TIRRENO PISA Pagina: I
Progetto caserme, il Comune non molla la Bechi Luserna
La trasformazione in terminal turistico è considerata strategica per valorizzare l’area della Cittadella dove sorgeranno i musei delle navi e di Galileo. Le ipotesi di revisione dell’accordo con la Difesa
Forse parlare di ultimatum è troppo. Ma di pressing sicuramente si può. «Diversamente l’accordo sottoscritto si considererà decaduto», si legge nel verbale della riunione tenutasi in prefettura nei giorni scorsi riguardo al cosiddetto progetto caserme. Comune di Pisa e ministero della Difesa si sono dati un termine: il mese di gennaio. Si cercherà di dare l’accelerata decisiva. Se possibile. Una cosa è certa: l’amministrazione comunale non vnzole rinunciare alla Bechi Luserna, la caserma sull’Aurelia. Andrebbe bene, in seconda battuta, anche una parte. Per questo le vecchie bozze di accordo potrebbero essere riviste profondamente.
Idea di sviluppo. Il punto essenziale è che, dietro la richiesta della Bechi Luserna, c’è un’idea di sviluppo della città portata avanti da anni e che resta lo scenario futuro. Sotto il profilo urbanistico, economico e turistico. Questa idea, che risale almeno a tre legislature fa, è di allargare orizzonti e offerta culturale della città oltre Piazza dei Miracoli, mettendo al centro area della cittadella e lungarni. Per questo gli spazi della caserma sull’Aurelia servirebbero per spostarvi il terminal turistico, ovvero l’approdo dei pullman che ogni anno scaricano milioni di visitatori diretti alla piazza del Duomo e alla Torre Pendente. Sarebbe il modo più immediato per ampliare la visione della città.
Maxi-permuta. La discussione viene da lontano. Un risultato era stato ottenuto con la firma dell’accordo di programma siglato nel 2004 con il ministero della Difesa per l’acquisizione da parte del Comune delle caserme Bechi Luserna, Artale e Curtatone e Montanara in cambio della realizzazione di una nuova nell’area di Ospedaletto. La concretizzazione dell’intesa è però slittata di anno in anno, qualche volta è sembrata più vicina e qualche volta a rischio tramonto. Le spinte del Comune si sono scontrate con tempistiche e burocrazie tutte ministeriali. Mentre nel frattempo i progetti messi in campo, che nel 2004 sembravano lontani, sono diventati cantieri avviati. Progetti a compimento. A fine 2015, secondo quanto preannunciato dalla Sovrintendenza, aprirà (seppur parzialmente) il Museo delle antiche navi agli Arsenali Medicei. E’ il pilastro del nuovo polo attrattivo-turistico oltre piazza dei Miracoli. Accanto stanno per concludersi i lavori Piuss di recupero degli Arsenali Repubblicani, pensati per ospitare attività a servizio del museo. E di fronte è in corso il cantiere per il restauro del fortilizio della Cittadella che ospiterà il museo civico. A poche decine di metri, la Cittadella Galileiana (con il museo del calcolo e quello nuovo dedicato allo scienziato), grazie a parte dei soldi ricavati dalla Regione con le azioni Sat, diventerà realtà. E’ evidente che avere il terminal turistico nelle vicinanze diventa decisivo. E infatti nella riunione in prefettura l’assessore all’urbanistica Ylenia Zambito ha ribadito «la volontà del Comune di portare avanti l’accordo di programma avviando procedure di manifestazione di interesse e individuazione di potenziali investitori».
Nuova intesa. Emerge di conseguenza la disponibilità del Comune a modificare i contenuti del vecchio accordo. Una revisione era comunque obbligata, a cominciare dal valore degli immobili oggetto di trattativa che dopo anni non può essere lo stesso. «Si attendono le stime dell’Agenzia del Demanio», si legge sul sito internet del Comune. Ma l’intesa potrebbe anche essere reimpostata su basi differenti, considerato che la maxi-permuta (da oltre 100 milioni di euro) ruotava soprattutto sui ricavi che avrebbe prodotto l’ex distretto militare, la Curtatone e Montanara, da trasformare in alloggi in pieno centro. Ma oggi il mercato immobiliare, con la crisi, non è più quello di dieci anni fa. E anche sulla costruzione di una nuova caserma ci potrebbero essere valutazioni diverse, fino ad un ripensamento. Nuovi equilibri da cercare e anche qualche condizione. «Qualunque altra destinazione delle strutture militari- si legge ancora nel verbale – dovrebbe essere compatibile con il quadro urbanistico già delineato».