Progetto Caserme, il PD: “Rappresenta l’unico percorso realistico per riappropriarsi di quegli spazi”

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“L’interessamento di molti cittadini per restituire alla città la caserma Curtatone e Montanara, dopo anni di abbandono, è sicuramente positivo e denota un atteggiamento attivo che non può che far bene alla comunità”. Così Patrizia Bongiovanni e Rita Mariotti, consigliere comunali a nome della maggioranza di Palazzo Gambacorti, alla richiesta avanzata da molte associazioni e con la firma di centinaia di cittadini. “Tale richiesta – proseguono Bongiovanni e Mariotti, a nome dell’intera maggioranza di Palazzo Gambacorti – va d’accordo con l’azione che il Comune di Pisa da anni porta avanti con il Ministero della Difesa, perché la città si riappropri oltre che della Curtatone e Montanara, anche della caserma Artale posta in via Roma e della Bechi Luserna posta sull’Aurelia. Tutti spazi che rientrano in una strategia di valorizzazione e rigenerazione urbana che vuole rimettere a disposizione dei cittadini ampi spazi verdi e piazze, ma anche migliorare la capacità di accoglienza turistica e abitativa di Pisa”. “A riprova di questa volontà – proseguono Bongiovanni e Mariotti -, nel 2001 fu firmato il protocollo di intesa con il Ministero della Difesa e nel 2007 un accordo di programma. In pratica il Comune proponeva al Ministero e al Demanio una permuta: in cambio delle tre caserme offriva una nuova e più moderna caserma fuori città. Questo accordo ha subito dei gravi rallentamenti, non certo imputabili alla volontà del Comune di Pisa, che ha continuato nel corso degli anni a sollecitare il Ministero e a dialogare con gli altri enti interessati. Addirittura la caserma “Curtatone e Montanara” è stata anche oggetto di una richiesta del Comune di trasferimento quale bene demaniale. Ma tale richiesta è stata rigettata dall’Agenzia del Demanio”. “La soluzione di questa vicenda – aggiungono Bongiovanni e Mariotti – non è però così semplice come si prospetta nella mozione presentata a firma di tanti cittadini, ovvero ritirando la firma dal Progetto Caserme. Purtroppo la realtà amministrativa ha una sua logica stringente. Il Comune non può ritirare unilateralmente la firma dall’accordo, poiché si esporrebbe al rischio di un danno erariale, assumendosi una responsabilità che non è giustificata dallo svolgimento della vicenda e dai rapporti intercorsi con le amministrazioni dello Stato responsabili”. “Il Comune oggi – concludono Bongiovanni e Mariotti – può trovare una soluzione soltanto di concerto con il Ministero della Difesa, che ha la piena titolarità delle caserme, e con tutti gli altri enti coinvolti. Per sbloccare questa situazione il Comune sta continuando a lavorare caparbiamente per rivedere l’accordo del 2001, per sbloccarlo e farlo arrivare definitivamente ad una conclusione positiva per Pisa. Per questo il voto contrario alla richiesta dei cittadini di ritirare la firma dal Protocollo Caserme. Perché quel protocollo di fatto è l’unico percorso realistico e che garantisce alla città una reale opportunità per riappropriarsi degli spazi non di una sola ma di tre caserme”. Fonte: Gruppo consiliare PD Pisa

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