Proposta di delibera formulata da “Le Città in Comune”

IL CONSIGLIO COMUNALE

 

Premesso che l’art. 119 della Costituzione, come modificato dalla Legge Costituzionale n. 1/2012, oggi prevede che “I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea”. L’autonomia finanziaria degli enti locali e, quindi, la loro capacità di operare ed erogare servizi nei territori, è stata subordinata al rispetto dei vincoli europei di austerità.

 

Considerato che il rispetto di detti vincoli, divenuto un mantra ripetuto ossessivamente come unica ricetta possibile, è stato trasferito sugli enti locali attraverso la combinazione e l’inasprimento di tre linee di intervento: taglio dei trasferimenti, Spending Review e, soprattutto, patto di stabilità interno.

 

Atteso che, con riferimento all’ammontare complessivo del debito nazionale della pubblica amministrazione, è opportuno ricordare che il debito dei comuni rappresenta il 2,5% del debito totale e che il patto di stabilità manca totalmente di trasparenza nella ripartizione, tra Stato e autonomie locali, dello sforzo di aggiustamento fiscale complessivamente richiesto per rispettare gli obiettivi europei.

 

Considerato che il meccanismo del patto di stabilità interno, disciplinato dall’articolo 31 della Legge n. 183/2011, modificato dalla legge di stabilità 2013, dal decreto IMU n. 102/2013 e dalla “manovrina” di ottobre – decreto n. 120/2013, impone ogni anno agli enti locali l’obbligo di conseguire un saldo finanziario positivo, vale a dire una differenza positiva tra entrate e spese. Queste risorse pubbliche, che per il Comune di _______ ammonta ad € ___________, devono rimanere inutilizzate nelle casse comunali e, nonostante gli enti siano pienamente titolari di dette risorse, queste non possono essere spese neanche per intervenire sui bisogni primari della popolazione, pena l’applicazione di sanzioni molto pesanti per l’ente e gli amministratori e funzionari responsabili.

 

Preso atto che l’attuazione di detta normativa ha comportato conseguenze gravi e, in alcuni casi, al limite della sostenibilità, su vari fronti della finanza locale e anche dell’economia:

–       contrazione considerevole degli investimenti e conseguente degrado del patrimonio pubblico (strade, verde pubblico, sedi istituzionali, scuole, impianti sportivi, illuminazione pubblica, ecc.);

–       effetto perverso di giacenze di cassa non utilizzabili e accumulo dei residui passivi in conto capitale, vale a dire dei debiti contratti per investimenti già eseguiti, per i quali le imprese non hanno ricevuto il corrispettivo dovuto e gli enti locali rischiano di dover pagare interessi di mora elevatissimi (8% oltre tasso UE);

–       esplosione del fenomeno della cessione dei crediti da parte delle imprese fornitrici della pubblica amministrazione, in favore di banche e intermediari finanziari che guadagnano sui lavori eseguiti da società, ditte, artigiani e cooperative sociali che hanno problemi di liquidità e che per questo rinunciano a una parte del proprio legittimo compenso, con tutte le conseguenze negative anche per il lavoro;

–       esternalizzazioni dei servizi pubblici al solo scopo di bypassare le regole, senza alcuna capacità di renderli più efficienti e meno costosi per la collettività e oggi i bilanci in perdita delle società partecipate sottraggono ulteriori risorse ai cittadini;

–       incentivi alla svendita del patrimonio immobiliare pubblico, del demanio agricolo proprio nel momento in cui entrambi possono e devono rappresentare una delle risorse alternative da mettere a disposizione della creazione di lavoro, dei bisogni e del bene comune.

 

Considerato che, nonostante la necessità di ridisegnare completamente la disciplina del patto di stabilità, per restituire autonomia e sovranità ai Sindaci e ai territori, la legge di stabilità per il 2014 ripropone lo stesso meccanismo insensato e, a fronte di un allentamento “una tantum” di 1,5 miliardi di euro solo per l’anno 2014, a regime ci sarà un ulteriore inasprimento del patto di stabilità, stimato in circa 344 milioni di euro.

Rilevato che il Paese, alle prese con l’attuale crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue, ha necessità che si realizzi subito il tempo della sostituzione del governo della “tecnica” economico-finanziaria al governo della “politica” democratica e che, pertanto, è urgente che nasca e si consolidi un fronte ampio e comune di impegno politico che metta in chiaro la natura della posta in gioco e che riunisca quante più forze possibili.

 

Ritenuto che la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, sancite dall’art. 2 della Costituzione, vengono prima di qualsiasi legge o patto contabile e che il diritto alla sicurezza dei territori, delle scuole, degli spazi pubblici, il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, all’abitare, a servizi pubblici efficienti e accessibili alla collettività, non appartengono ad un passato che non possiamo più permetterci, ma rappresentano l’unico programma da realizzare per un futuro da costruire a partire dai territori.

 

Considerato che l’attivazione di questi investimenti può innescare un circolo virtuoso in termini di nuove opportunità di lavoro, anche qualificato, e contribuire a determinare una migliore qualità della vita nelle città.

 

Visto il principio sancito dalla sentenza del 24 maggio 2013 della Procura della Corte dei Conti della Campania, con la quale la stessa ha ritenuto che, in relazione alla violazione di norme di finanza pubblica da parte del Comune di Napoli per garantire il funzionamento di scuole e asili nido comunali, non sussistevano i presupposti per l’esercizio dell’azione di responsabilità in quanto le norme statali che fissano limiti di spesa per Regioni ed Enti Locali “non possono comprimere diritti infungibili e funzioni fondamentali”, riconoscendo inequivocabilmente che l’obbligatorietà di erogare servizi e funzioni essenziali, per garantire i quali sono state violate norme contabili, “sembra escludere l’esistenza di un danno”.

 

Viste, inoltre, altre esperienze europee che mettono in evidenza la necessità di rompere con i vincoli economici e finanziari definiti nei Trattati per la costruzione di un’Europa fondata sui diritti e non sulle regole del mercato, quale ad esempio il documento elaborato dal Partì de Gauche.

 

Viste, tra l’altro, le normative nazionali e locali che impongono agli enti locali l’attuazione di interventi per la difesa del suolo e dei territori e la messa in sicurezza delle scuole pubbliche, in relazione ai rischi idraulici, idrogeologici e sismici che interessano gran parte del nostro territorio nazionale.

 

Ritenuto indispensabile e non più rinviabile l’esigenza di porre al centro dell’agire politico un modello di città fondato sui diritti e bisogni dei cittadini, sui beni comuni, sul lavoro, sulla riconversione ecologica, sulla democrazia partecipativa.

 

Tenuto conto di quanto sopra il Consiglio Comunale di _______________

 

DISPONE

 

– di procedere alla predisposizione ed attuazione urgente di un piano straordinario di interventi finalizzato al rispetto delle normative in materia di difesa del suolo e messa in sicurezza idraulica e idrogeologica del territorio comunale.

 

– di procedere alla predisposizione ed attuazione urgente di un piano straordinario di interventi finalizzato alla messa a norma di tutte le scuole comunali.

 

– di finanziare detti interventi anche mediante l’utilizzo dell’avanzo di bilancio imposto dal patto di stabilità e, pertanto, derogando all’applicazione della normativa in materia di contenimento della spesa pubblica.

 

– di prendere atto che il mancato rispetto del patto di stabilità non può comportare l’esercizio di azione di responsabilità nei confronti dell’Ente e dei funzionari responsabili dell’attuazione degli interventi di cui sopra, in quanto sussistono inequivocabilmente tutte le ragioni di somma urgenza e necessità di assolvere a funzioni fondamentali, infungibili ed essenziali per garantire la sicurezza dei cittadini.

 

– di procedere, quanto prima, ad una ricognizione complessiva delle criticità che richiedono ulteriori interventi urgenti da attuare sul territorio comunale, anche in deroga ai vincoli del patto di stabilità, per adempiere a normative a tutela dei diritti dei cittadini del Comune.

 

– di attivare un percorso di programmazione della spesa di investimento che, oltre alle emergenze, sia prioritariamente destinata anche ad interventi che consentono di ridurre la spesa corrente (interventi sulla rete idrica, riqualificazione energetica degli edifici, ottimizzazione e messa a norma di edifici pubblici per ridurre gli affitti, ecc.).

 

– di attivare un percorso di rafforzamento dell’autonomia finanziaria del Comune mediante l’approfondimento di modalità alternative di reperimento di risorse, quali l’imposta di scopo o una più articolata ed equa progressività di alcune imposte locali, quale l’addizionale IRPEF, al fine di finanziare ulteriori esigenze di intervento a beneficio della città e dei diritti dei cittadini che la abitano.

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