PisaToday
Votato il 25 novembre alla Camera, la riforma del lavoro è terreno di lotta per i lavoratori ed i sindacati. Alle 16.30 di mercoledì è stata occupata la sede del Pd di via Fratti come manifestazione contro il precariato e lo sfruttamento.
Lo sciopero sociale di studenti e precari: tensione e scontri con la Polizia
Sciopero Sociale: proteste e tensioni all’aeroporto e in centro
Sciopero sociale bis: lavoratori, sindacati e studenti tornano in strada per bloccare la città
Un gruppo di circa 50 persone fra precari e studenti del collettivo Exploit, insieme ai lavoratori dei Cobas, ha occupato intorno alle 16.30 la sede del Pd in via Fratti. Verso le 18 hanno lasciato la struttura, ma il messaggio, in continuità con le agitazioni dello Sciopero Sociale del 14 novembre, è stato ancora lanciato: no alle politiche sul lavoro del Governo Renzi. Le agitazioni si sono mosse in quanto il “Jobs Act” è stato votato alla Camera il 25 novembre scorso, fra l’altro con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia dei lavori parlamentari. “Una procedura a tappe forzate – scrivono gli occupanti – con l’ennesima spaccatura nel partito, per quanto la reale opposizione è quella della gente che scende in strada in ogni parte d’Italia”. Proteste ieri anche a Pontedera, da parte dei dipendenti della Piaggio.
Ritornano quindi le sagome degli strikers, gli scioperanti, che tornano a manifestare “affermando con forza la nostra contrarietà al ‘Jobs Act’, al lavoro gratuito, allo sfruttamento, rivendicando salario minimo europeo, reddito di base, welfare universale come garanzie per l’esistenza di tutte e tutti. Oggi riempiamo di contenuti lo spazio vuoto che viene ormai solo incorniciato dalla retorica renziana, portando l’opposizione dentro i luoghi stessi in cui questi processi si producono e sviluppano le proprie vuote dinamiche contrappositive, che niente hanno a che fare con la forza propulsiva dei movimenti nel Paese che sta fuori”.
Gli emendamenti votati al provvedimento dovranno tornare al Senato per essere ulteriormente votati in modo definitivo, per poi essere varati i piani attuativi. Come più volte affermato dagli stessi partecipanti dello Sciopero Sociale “L’opposizione al Jobs Act proseguirà lungo tutta la procedura. La partita è tutt’altro che chiusa”.