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Il Municipio dei Beni Comuni lancia il percorso condiviso per decidere con gli abitanti del quartiere San Martino come utilizzare lo spazio chiuso della caserma Curtatone, in modo da spingere per la sua riapertura. Al via questionari e tavoli di lavoro
Tornate di attualità le voci sull’applicazione del Progetto Caserme con il passaggio della spiaggia di Camp Darby al demanio italiano, il Municipio dei Beni Comuni riaccende l’attenzione sugli spazi inutilizzati della città e lo fa con la sua battaglia per il Distretto 42. La struttura è rimasta chiusa dall’ultimo sgombero del 22 aprile, senza effetto sono risultati gli appelli e le trattative con le istituzioni. Adesso gli attivisti ripartono dal quartiere San Martino, per avviare un “protocollo di progettazione partecipata, il 31 gennaio e il primo febbraio, per decidere insieme il futuro del distretto. I cancelli di via Giordano Bruno non possono più restare chiusi”.
Considerato “defunto” il Progetto Caserme per il Municipio è tempo di ricostruire l’impianto di associazioni ed esperienze rimaste fuori dal Parco Andrea Gallo, dando di nuovo spazio a “le vertenze che devono animare una città giusta, aperta” al fine di costruire un “luogo di accoglienza reale per i migranti di tutto il mondo a un laboratorio permanente di cultura dal basso”. I primi artefici della spinta saranno i cittadini del quartiere. A loro in prima battuta è rivolta la campagna “DìxDì=42. Moltiplica lo spazio comune”, dove gli attivisti sottoporranno agli abitanti questionari da cui emergeranno i “bisogni reali (singoli e della città), i desideri, i sogni” dei residenti. Da questa base nasceranno i tavoli di lavoro del 31 gennaio e 1 febbraio.
“Due giornate – spiegano dal Municipio – in cui lanceremo un appello e un invito alla cittadinanza, alle associazioni e a tutte e tutti coloro che sono interessati a incontrarci e incontrarsi per scegliere insieme un percorso condiviso che riconsegni alla città gli spazi del Distretto 42. Sei tavoli aperti (economia solidale, ambiente, attività ludiche e associative, campagne cittadine e nazionali, migranti, città dei bambini), sei punti di vista contigui, a partire dai quali proporre, vagliare, riflettere insieme un futuro comune per uno spazio comune”.
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Una partecipazione reale ed autogestita, “un nuovo esperimento sociale che nella sua anomalia provi a essere concreta applicazione dei principi costituzionali a partire dall’articolo 42, e che dia corpo alle campagne condotte in questi anni di recupero, riqualificazione e riutilizzo del patrimonio comune”. “Da oggi diffondiamo il nostro intento –conclude il Municipio – riaprire il Distretto 42, renderlo più vivo, più forte di prima. Non si tratta di opzioni, ma di scelte imprescindibili”.