Ci risiamo. La nostra città e i suoi valori antifascisti devono subire l’ennesimo schiaffo da parte della giunta Conti. E’ una vergogna la decisione della Presidente del Teatro Verdi Paoletti Tangheroni, in asse con l’assessore Magnani, di affidare anche quest’anno la produzione e direzione artistica della rassegna estiva del Giardino Scotto ad Artitaly di Massimiliano Simoni, agente immobiliare versiliese e politico dapprima finiano e adesso “responsabile teatri di Fratelli d’Italia”, che, in virtù della lottizzazione politica, è stato dal 2000 al 2010 presidente della Fondazione La Versiliana e della Fondazione Festival Pucciniano (2008-10).
E’ stato fatto un percorso che ha portato all’individuazione di un direttore artistico al Teatro Verdi, oltre al direttore generale. Una selezione fatta sui curricula che ha portato alla nomina di due esperti, riconosciuti a livello nazionale. Il Teatro Verdi gestisce la rassegna della Scotto e quindi logica vorrebbe che in questo ricada anche la direzione artistica.
Ma cosa fanno a questo punto Conti e la sua maggioranza? Vedendo escluso il loro esponente di partito pensano di rimediare subito, e con incarico diretto, senza alcuna procedura pubblica viene nominato Simoni. Si riparte con le lottizzazioni di meloniana affezione.
A questo aggiungiamo che il Teatro Verdi interverrà solo per alcuni aspetti nella gestione della stagione, per il resto sono stati individuati fornitori esterni per mansioni che gli stessi lavoratori del teatro potrebbero fare.
Uno spettacolo indegno con la piena compiacenza della Presidente Paoletti Tangheroni, che permette a questa maggioranza di strumentalizzare e mortificare il Teatro Verdi che si ritrova a passare dal ruolo di punto di riferimento culturale della città a tappabuchi delle necessità politiche della maggioranza.
L’autonomia della cultura e dei suoi istituti andrebbe garantita facendo scelte che tengano conto di competenze e capacità, ma questa vicenda dimostra esattamente l’opposto.
Tutto sottaciuto anche dall’assessore Magnani, che udito in terza commissione consiliare solo qualche giorno fa , non ha fatto cenno a nulla, limitandosi a denunciare una mancanza di fondi per le attività culturali estive svolte dalle associazioni. Adesso sappiamo che i fondi ci sono: non per il nostro Teatro o le nostre associazioni, ma per Simoni.
Massimiliano Simoni, nel curriculum che si trova in rete, si presenta come “sott’ufficiale paracadutista in congedo, diplomato al Liceo scientifico”, ed egli ricorda i suoi infiniti incarichi in fondazioni e gallerie d’arte. Le parole chiave che adopera per descrivere il suo profilo sono “Business Management; Business Process management; Project management; Gestione delle risorse, del personale e ottimizzazione dei profitti; Management culturale e flussi turistici; Art Director e Mental Coach”. La cultura – quella del piazzista di case e appartamenti, che predilige, si badi bene, i termini “esterofili” – è un semplice accessorio del business.
È grazie a una sua donazione che un anno fa è piovuta dal cielo in Largo Ciro Menotti la statua in bronzo di Galileo Galilei che gioca a bowling, realizzata da Gabriele Vicari e Armando Barbon, di cui la città sentiva un gran bisogno. Ma non vanno dimenticati “talk show televisivi e salotti culturali” da lui prodotti a Montecatini Terme e Torre del Lago, e da una sua idea sono nati nel 2001 gli imperdibili “Percorsi del ‘900”, incontri nostalgici condotti da Mario Bernardi Guardi, per mostrare “l’altra faccia della medaglia ed aprire ad una seria e critica Revisione della Storia”.
Già, la revisione della storia. D’altra parte quella del Ventennio è una sua ossessione. Di recente, Simoni è finito agli onori delle cronache per aver fatto in pubblico il saluto romano al grido di “Camerata Adriano presente” al funerale di Adriano Giovannetti, un tale che a Pietrasanta (Lu) ha ostentato per anni busti del duce e vessilli della Xmas anche nel giorno dell’anniversario della strage nazifascista di Sant’Anna di Stazzema.
La politica peggiore, fatta di busti del duce, braccia tese, “boia chi molla” e cameratismo da caserma. Così da qualche tempo il nostro è “responsabile teatri di Fratelli d’Italia”.
Di fronte a tutto questo non è accettabile farsi prendere in giro: siamo di fronte ad una lottizzazione della peggiore specie che è una cartina di tornasole della modalità di operare di questa maggioranza che in tutti i settori delle comunali e delle partecipate sta portando avanti questo metodo.
Qui la lottizzazione della politica si unisce a qualcosa di ben più grave che è l’infangare i valori e principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza antifascista.
Chiediamo quindi che venga subito revocato questo incarico a Massimiliano Simoni per rispetto di una città che non si merita tutto questo ma che ha valori antifascisti ben radicati.
Ciccio Auletta – Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile
Olivia Picchi – Partito Democratico
Gabriele Amore – Movimento 5 stelle