Il 26 Aprile alle ore 21 presso il Circolo Arci Caracol in via Cattaneo a Pisa, Una Città in Comune presenta l’iniziativa “Reddito e lotta alle povertà: un Piano Straordinario per la Giustizia Sociale”
Ne parleranno Alberto Campailla, dell’Associazione Nonna Roma per la Campagna Nazionale “Ci vuole un reddito”, Giacomo Gabbuti, che ha curato un numero monografico di Jacobin Italia sulla povertà e Stefano Gallo del CNR, che ci parlerà dell’uso della residenza come strumento di discriminazione. A partire da questi sguardi di contesto (in cui si ritrovano i primi due punti del nostro programma), assieme a Ciccio Auletta, vogliamo presentare le nostre proposte sulla guerra alle disuguaglianze e alla povertà (e non ai poveri).
Nei dieci anni di Una Città in Comune le proposte sull’inclusione, l’equità e la giustizia sociale sono state al centro della nostra azione politica ma gli ultimi anni hanno rappresentato un’accelerata per diverse ragioni.
In primo luogo la “pandemia delle disuguaglianze” ha portato la povertà a crescere in quantità (7,5% le famiglie in povertà assoluta) e in qualità, con inedite categorie diventate vulnerabili. All’esplosione di una domanda impellente di equità e di opportunità, è seguita una campagna trasversale umiliante contro i destinatari del reddito di cittadinanza, rappresentati come truffatori e fannulloni. Su questo ben si sono inserite sia le misure discriminatorie e inutili dei bonus economici di questa Amministrazione sia la rinuncia ad intervenire sulla povertà educativa, con il rifiuto del finanziamento di 80.000 euro per l’educazione alla parità di genere nelle scuole e la restituzione alla Regione Toscana di 46.000 euro per le attività educative non formali.
Noi quelle risorse le vogliamo e ne chiederemo ancora di più, perché vogliamo dare voce e sostanza alla Comunità Educante e contrastare la povertà educativa con Patti di comunità tra scuole, servizi e cittadinanza attiva a tutela di bambini, bambine, ragazzi e ragazze a rischio di esclusione. Realizzeremo un vero e proprio Piano Regolatore per l’Infanzia che preveda, quartiere per quartiere, Centri per l’Infanzia l’Adolescenza e la Famiglia, ludoteche e spazi scolastici aperti alla comunità.
Noi la povertà la vogliamo guardare in faccia: il nostro Piano di Intervento sulla povertà dovrà partire dalla rilevazione, quartiere per quartiere, dei contorni dell’esclusione e della privazione, e solo sulla base di questo, agiremo con risposte puntuali, condivise e partecipate con la comunità e con le organizzazioni sociali. Proponiamo che l’ Osservatorio contro le povertà, il Tavolo di coprogrammazione ed il Centro Studi dedicato alle buone prassi diventino stabili e “livelli essenziali cittadini”.
La nostra idea di fondo è che operare per combattere le disuguaglianze significa agire e dare potere alle comunità e alle persone, che devono essere messe in grado di scegliere del proprio futuro. E’ con questi accenti che parliamo della mediazione di quartiere ( che non è il portierato che disbriga pratiche per i cittadini) che valorizza l’autorganizzazione delle comunità, che lavora per la coesione e l’inclusione territoriale e che agisce da cinghia di trasmissione tra le domande del territorio e i contesti decisionali. Abbiamo bisogno di servizi e di risorse: per questo utilizzeremo le risorse sperperate con i bonus per aumentare la quota capitaria e rafforzare i servizi territoriali socioassistenziali. Istituiremo il Fondo Unico di Sostegno alla Povertà per evitare di far mendicare servizio per servizio chi vive in stato di bisogno. Il nostro punto di arrivo è l’autonomia, come riconoscimento pieno della cittadinanza, a partire dal riconoscimento del diritto all’abitare e garantendo la formazione e l’accompagnamento al lavoro di cui nessuno si è voluto occupare: per tutte le categorie vulnerabili, che hanno bisogno di sostegni e competenze professionali complesse, verrà istituito il Servizio per il Diritto al lavoro, come nodo della rete dei servizi per l’inclusione sociale.
Francesca Dinucci
Francesca Gabbriellini
Maria Rosaria Lacatena