“Diritti in Comune”: “Referendum a Sant’Ermete potente strumento di democrazia per costruire un’altra città”

“Diritti in Comune”, la coalizione della sinistra costituita da Rifondazione Comunista, Una Città in Comune e Possibile, sostiene con forza il referendum organizzato dagli abitanti delle case popolari di Sant’Ermete per il prossimo 3 giugno e si impegna attivamente alla sua riuscita.
Invitiamo tutta la città a guardare con attenzione a questa iniziativa e a quello che da anni sta succedendo a Sant’Ermete. Emerge qui con chiarezza la contrapposizione tra un modello di amministrazione che ignora sistematicamente i bisogni e i diritti dei cittadini e la determinazione degli abitanti di decidere sul proprio futuro, di prendersi davvero cura della propria comunità, di riqualificare sul serio il proprio quartiere, denunciando le false promesse dell’amministrazione e lo stato di abbandono delle case popolari.
Non abbiamo mai avuto dubbi su quale parte fosse la nostra: noi stiamo col quartiere di Sant’Ermete e con chi lotta per riqualificarlo! Ricordiamo bene quando nel 2011 l’amministrazione comunale, dopo aver fatto approvare una variante urbanistica senza la minima partecipazione della cittadinanza e ignorando le osservazioni di comitati e associazioni, aveva promesso la costruzione di 216 nuovi alloggi. In tutti questi anni abbiamo incalzato l’amministrazione, l’APES e la Regione affinché il progetto venisse realizzato al meglio, ma abbiamo dovuto scontrarci con continue inadempienze e ritardi, con la cancellazione dei finanziamenti previsti, con una totale sordità alle richieste degli abitanti di provvedere comunque, in attesa della ricostruzione degli edifici, alla manutenzione delle vecchie case molte delle quali in condizioni igienico-sanitarie insostenibili.
A distanza di 7 anni, di quelle promesse resta ben poco. Non solo i nuovi alloggi realizzati (tra l’altro non a regola d’arte, tanto che mostrano già varie criticità) sono solo 48 ma, come il Comitato delle case popolari ha scoperto, i prossimi 39 alloggi finanziati risultano essere di una sola camera, tranne uno. Si tratta di una previsione incompatibile con la reale composizione delle case popolari di Sant’Ermete, abitate da anziani che necessitano accompagnamento e da famiglie numerose. Su tale progetto esecutivo chiediamo all’APES un immediato e profondo ripensamento.
A fronte di questa situazione – aggravata dal sovraffollamento con cui viene gestita l’emergenza abitativa, dalla resistenza dell’amministrazione a realizzare la raccolta differenziata con cassonetti condominiali, dalle pressioni ricevute dagli abitanti che si sono auto-ridotti il canone per alloggi non a norma – noi vediamo nel referendum del 3 giugno un potente strumento di democrazia, da sperimentare in tutti i quartieri, al servizio di un’idea di città alternativa a quella portata avanti dal PD e dalle destre. Una città in cui le risorse pubbliche vengano gestite con la partecipazione e trasparenza massima, per rispondere ai bisogni di chi ha meno e non per arricchire i privati. Una città in cui nelle case popolari e nei quartieri periferici si possa vivere con dignità e serenità, senza vivere la povertà come una colpa. Una città che intervenga attivamente contro le diseguaglianze, l’isolamento sociale e la mancanza di reddito attraverso politiche di redistribuzione della ricchezza, servizi pubblici e sociali accessibili, campagne di inclusione e solidarietà, contro ogni razzismo e ogni discriminazione.
Il 3 giugno ci vediamo tutte e tutti a Sant’Ermete!
Rifondazione Comunista 
Una Città in Comune
Possibile

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