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Lo scorso 20 marzo è stata presentato il progetto politico di Tommaso Fattori, a cui hanno già aderito anche le forze politiche pisane di sinistra. Breve consultazione sui nomi, poi la liste: quattro donne e quattro uomini
Tommaso Fattori ha presentato venerdì 20 marzo la sua candidatura a Presidente della Regione Toscana per la Lista del Sì in un giardino di Firenze, eretto a simbolo di “spazio di felicità collettiva” e “di quei beni pubblici che vogliamo difendere ed ampliare”.
Un giardino situato di fronte al presidio sanitario di Santa Rosa a Firenze, che invece simboleggia “lo smantellamento della sanità pubblica in Toscana, fatto di tagli, privatizzazione manifesta o strisciante, scomparsa dei presìdi territoriali, mentre noi – aggiunge – ripartiamo dal sì alla sanita pubblica, accessibile veramente a tutti: un forte sì. Di qui il nostro primo impegno: il ritiro immediato della controriforma sanitaria di Rossi”.
“La prima notizia è che ci siamo e che il nome con cui ci presenteremo alle elezioni è Sì: la nostra è la sinistra del Sì”, scrive. “Un progetto di governo in alternativa alle politiche delle destre, del PD e al patto del Nazareno. Sì al reddito minimo, sì ad un piano speciale per il lavoro in Toscana; sì all’obiettivo “rifiuti zero”; sì all’attuazione dei referendum e alla gestione pubblica dell’acqua e dei servizi pubblici locali; sì ad una sanità pubblica, non residuale e di qualità per tutti”.
E ancora, “sì al rafforzamento del trasporto pubblico regionale e metropolitano di qualità, a partire dai treni per i pendolari; sì ad un piano straordinario per le periferie, oggi abbandonate a se stesse, senza servizi; sì al rafforzamento dell’edilizia pubblica popolare; sì ad un piano di piccole opere per la manutezione e la cura del territorio, in alternativa alla logica delle grandi opere inutili, dannose, costosissime e che favoriscono corruzione e malaffare; sì all’agricoltura contadina a filiera corta, alla biodiversità, e alla tutela del paesaggio, oggi sotto attacco proprio qui in Toscana; sì al rafforzamento della scuola pubblica e del diritto allo studio; sì alla trasparenza, contro i rapporti occulti fra lobby affaristiche e potere politico”.
L’ispirazione è chiara: dalle lotta di Syriza e Podemos per cambiare l’Europa, ai movimenti che andranno a Tunisi al Forum Sociale Mondiale, alla sinistra europea che combatte contro l’austerity. Non si conosce ancora la composizione della lista e nemmeno i candidati pisani.
È stato lanciato un appello per comporre le liste dei candidati in maniera partecipativa: “Associazioni, comitati, gruppi, organizzazioni politiche, singole persone possono inviarci proposte motivate di candidatura entro il 28 marzo. Le porte sono aperte a persone riconosciute per competenza, autorevolezza, impegno sociale e politico nel territorio e in lotte, vertenze, movimenti o per il loro ruolo in attività associative o culturali della nostra regione. La lista del Sì vuole essere delle tante e tanti che intendono costruire un futuro insieme. Donne e uomini, ragazze e ragazzi, capaci di nuovi linguaggi, di nuove relazioni, di nuove prospettive. Questo dovrà essere il profilo della lista: una lista sociale, larga, inclusiva”.
A Pisa i soggetti che hanno già espresso attenzione e vicinanza alla Lista del Sì sono Una città in Comune, Rifondazione Comunista, SEL, il PDCI, i comitati locali dell’Altra Europa con Tsipras, il collettivo politico “Il Nodo”. Tra le probabili candidatura – la lista sarà composta da otto elementi (quattro donne e quattro uomini) – si fa strada il nome di Francesco Cecchetti, coordinatore provinciale di SEL, e quello di Tiziana Nadalutti, attiva con Una città in Comune. Per Rifondazione e PdCi potrebbero farsi strada nomi già noti della politica pisana: da Maurizio Bini a Lucia Mango, ma il nodo sarà sciolto solo la fine delle “consultazioni”.