Regione, scontro sul paesaggio “lodo Rossi” tra Pd e Marson

REPUBBLICA FIRENZE Pagina:I-VII

Regione, scontro sul paesaggio “lodo Rossi” tra Pd e Marson

PIANO paesaggistico, arriva il’Lodo Rossi’. Dopo giorni di scontri tra la linea della tutela dell’assessore Anna Marson e quella delle ragioni delle imprese interpretata dal Pd, il governatore toscano Enrico Rossi annunciamodificheal maxiemendamentodemperprovareametteretutti d’accordo. Sostanzialmente si tratta di nuove regole che riguardano le cave già esistenti, nel caso che l’ampliamento richiesto superi il 30% del totale. Nuoveregoledicuisi discuterànelverticedellamaggioranzaregionale convocato per dopodomani. Rossi vuole chiudere la partita il 10 marzo.

Il Pd presenterà un nuovo testo, diverso da quello originario della Marson ma anche dal maxi emendamento Nella stesura è intervenuto il governatore, per mediare nella polemica tra l’assessore e il gruppo democratico.
PIANO paesaggistico, entra in campo il’lodo Rossi’. Dopo giorni di scontri tra la linea della tutela difesa ad oltranza dall’assessore Anna Marson e quella delle ragioni delle imprese interpretatainvece da1Pd toscano guidato da Dario Parrini, il governatore Enrico Rossi annuncia alcune modifiche per mediare tra le posizioni in conflitto. Non un terzo testo. Piuttosto modifiche, anche sostanziali, al testo del maxi emendamento presentato in commissione ambiente daArdelio Pellegrinotti e dagli altri consiglieri dem. Con l’obiettivo di correggere il Piano Marson adottato a luglio.
«Ci sarà unaversione finale alla quale ho personalmente contribuito, in cui si terrà conto sia dell’aspetto di tutela sia dell’aspetto del lavoro», annuncia lo stesso Rossi in vista del vertice della maggioranza regionale convocato per dopodomani.
“Nella versione finale si terrà conto sia dell’aspetto della tutela che dell’occupazione”
Non sarà Rossi a presentare il nuovo testo: sarà lo stesso Pd, si tiene a precisare. Ma è il risultato quello che conta: «Abbiamo fatto un’ulteriore verifica sui punti ancora problematici. Credo che siamo vicini alla soluzione giusta», scrive su Facebook Rossi. «Ci sarà una versione finale che concilierà tutela e lavoro. Il resto sono tutte chiacchiere, politicismi, invettive che sono normali e che noi stiamo governando nel miglior modo possibile», aggiunge.
Dove sta la mediazione? «Io voglio regolare le cave. Evitare che abbiano effetti distruttivi sul paesaggio e sull’ambiente. Aumentare il lavoro e l’occupazione», è l’intento dichiarato del governatore. «E coloro che a cuor leggero si propongono la chiusura devono sapere che, secondo i dati Inps 2012, nelle aziende di natura industriale o artigiana del settore lapideo, nella sola provincia di Massa Carrara, lavorano 2,147 dipendenti», avverte il presidente toscano. Senza contare, aggiunge pure, che «oltre a questi sono sempre dipendenti dal lapideo una fetta consistente delle attività del porto di Marina di Carrara, di aziende metalmeccaniche, di commercio di prodotti abrasivi, articoli diamantati, funi, cavi e una quota non trascurabile derivante dal turismo d’affari». Un totale, fa i conti Rossi, di oltre 5rnila addetti: «Ecco perché bisogna conciliare il lavoro e l’occupazione con il paesaggio».
Così, sedi contro al Piano diluglio, che vieta l’attività estrattiva nelle zone a parco sopra i 1200 metri, il Pd propone di mantenere il divieto per i crinali vergini e di consentire la prosecuzione dell’attività di estrazione fino ad esaurimento per i crinali dove gi’ ci sono le cave, Rossi pensa a porre regole ulteriori: una valutazione ambientale quando l’ampliamento della cava esistente supera il 30%, «Una modifica sostanziale ma solo questa», dice Pellegrinotti. Si sta pero’ discutendo anche se la valutazione debba restare a carico dei Comuni o debba arrivare alla Regione. «Stop alla rapina selvaggia delle Apuane e l’attività estrattiva deve essere regolata e valutata per l’impatto ambientale e paesaggistico», dice il governatore. In più, spiega, «ciò che viene scavato deve essere lavorato in loco per dare più occupazione».
Basterà il’lodo Rossi a rimettere insieme i cocci? Basterà a Marson e al ministero dei beni culturali che, dopo l’ultimo sì del Consiglio regionale atteso per il 10 marzo, dovrà esprimersi sul Piano toscano? Rossi si è visto ieri con Pellegrinotti, il consigliere autore del maxi emendamento. Che poi ha riferito: «Abbiamo convenuto che l’emendamento non cambiava molto rispetto al piano adottato. E Rossi ha condiviso con noi che il piano debba essere strumento di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio senza però essere un freno allo sviluppo». Nel caso però giudicasse inaccettabili le modifiche finali, Marson potrebbe dimettersi. Lasciando così una difficile ipoteca per l’esame conclusivo del ministero.
Nell’attesa di studiare il’lodo Rossi’, la Rete dei comitati perla difesa del territorio di cui fa parte il critico letterario Alberto Asor Rosa mette nel mirino proprio Rossi. Con parole pesanti, che richiamano quelle della stessa Marson: «Con il maxi emendamento del Pd il partito del mattone e del marmo tenta di distruggere il Piano del paesaggio». Un emendamento, insiste la Rete, «che ricalca le osservazioni di Forza Italia, riproponendo in chiave regionale il ‘patto del Nazareno’ e producendo effetti devastanti perilfuturo della Toscana». Una netta opposizione alle modifiche fin qui proposte del Piano di luglio.

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