L’assessore Eligi ha annunciato negli scorsi giorni a mezzo stampa che di fronte ai tagli imposti dal Governo è necessario aumentare le esternalizzazioni. Quindi bisogna fare come Nardella, il sindaco di Firenze, che ha affidato integralmente il sistema degli asili nido ai privati. È l’unica strada per assicurare i servizi attualmente erogati dal Comune ai cittadini, ci assicura Eligi, il quale per indorare la pillola parla di “valorizzazione del personale”, “potenziamento delle funzioni di controllo”, “coordinamento dei servizi nell’Area vasta”.
Non è un caso che proprio da Firenze e da Pisa vengano questi segnali di rassicurazione nei confronti del Governo di Renzi. Di fronte a un’umiliazione continua ai danni degli enti locali (con la Finanziaria 2016 si stabilisce un tetto al turn over del 25%, con l’obbligo di assumere dall’organico delle Province), la Giunta comunale di Pisa esulta e annuncia che saremo i primi della classe, che faremo bene i compiti. Sono lontani i tempi in cui il sindaco Marco Filippeschi di travestiva da Harry Potter e scendeva in strada per protestare contro i tagli del Governo Berlusconi. Oggi di fronte ai tagli bisogna essere più realisti del re e gioire.
Siamo convinti che un amministratore locale abbia il dovere di portare la voce dei suoi cittadini e delle sue cittadine nei confronti degli organi centrali quando questi compiono scelte che comportano perdite nette in termini di servizi e di qualità del lavoro.
Ricordiamo infatti che esternalizzare non vuol dire necessariamente un risparmio in termini di spese (come hanno giustamente ricordato i Cobas Comune di Pisa in un intervento sul tema), ma si risolve sempre in una maggiore precarizzazione dei rapporti di lavoro. Si tratta di «un processo strumentale che determina insicurezza fra le persone» a cui bisogna mettere fine, come abbiamo sostenuto nel nostro programma elettorale, in cui sottolineavamo la «valenza etica del servizio pubblico»: lo ripetiamo oggi, per chiedere che l’Amministrazione comunale si ponga in controtendenza rispetto a un processo di precarizzazione e svalutazione del lavoro che è una delle cause più feroci nell’impoverimento della nostra società.
Tra la mannaia del Governo che colpisce i Comuni e la disponibilità della Giunta a farsi dissanguare, tutti sono complici nell’imporre ai cittadini e alle cittadine un peggioramento netto nei servizi. D’altronde, meglio farsi derubare con il sorriso sulle labbra che con le lacrime agli occhi…
Una città in comune
Partito della Rifondazione Comunista