Ribaltone sotto la Torre, perde il Pd

lunedì
25 giugno 2018
Testata:
REPUBBLICA FIRENZE
Pagina:
III

Pisa

Il leghista Michele Conti con il 52,3% è il nuovo sindaco: “Ora mettiamo a posto la città, questo risultato era impensabile 5 anni fa”. Il dem Andrea Serfogli si ferma al 47,7: “Personalmente non mi rimprovero niente”

Dal nostro inviato ERNESTO FERRARA, PISA

«Comincia un’altra storia, andiamo a prenderci ciò che è nostro». L’onda salviniana che invade Pisa si muove dal comitato elettorale del nuovo sindaco Michele Conti in Borgo Largo. Fuori si esulta già dalle 23 coi primi seggi scrutinati, a ogni sezione il boato: «Oh, facciamo secco ad Andrea Serfogli quasi ovunque», si galvanizza il deputato leghista Edoardo Ziello, mentre la grande manovratrice di Conti, la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi, riceve sul cellulare tutti i dati dalle sezioni e li segna a mano su un foglio.

A mezzanotte l’urlo più forte. E praticamente finita anche se l’ufficialità arriverà solo alle 1: Conti 52,3%, Serfogli 47,7%, una vittoria netta, dal centro alle periferie. L’onda leghista parte alle 00.17 sulle note di “We are the champions” alla volta di Palazzo Gambacorti, della sede del Comune strappato al Pd. È un fiume in festa, saranno 200 persone: «Conti, Conti, Conti!», si balla e si canta. «Ragazzi prendete le chiavi», dice qualcuno. Sono scene da presa della Bastiglia, il vecchio Benito guardiano del comitato quasi piange. Le bandiere “Salvini premier” accompagnano Conti neo sindaco sul ponte di Mezzo: «Ora mettiamo a posto Pisa, la sinistra ha evidentemente sbagliato tutto», dice Conti. «È una grande emozione, perché questo risultato era impensabile solo 5 anni fa», aggiunge. «L’unica cosa storta rimarrà la Torre», aggiunge Ziello. Qualche fan: «E ora le ruspe!».

«Troppo forte l’onda. Controcorrente di più non si poteva fare», dicono dallo staff dello sconfitto, il candidato Pd Andrea Serfogli. «I pisani hanno voluto il cambiamento, io non mi rimprovero nulla personalmente», dice lui. «Dovevamo svegliarci prima e forse ce l’avremmo fatta», dicono nel Pd. «È la riscossa della Toscana» se la ride Ceccardi che ora può puntare quasi indisturbata alla candidatura per il centrodestra alle prossime regionali. «La Toscana si trasforma da roccaforte a Caporetto rossa», esulta il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli. Una nuova storia per la vecchia, rossa Toscana può così iniziare.

Dopo Livorno, Cascina, Arezzo, Grosseto e Pistoia è Pisa a sfuggire dalle mani del centrosinistra che l’ha sempre governata. Non ai 5 Stelle, che qui sono stati “spolpati” nei consensi già al primo turno e si sono fermati al 9%. È la Lega a sbancare l’ex feudo dalemiano: al primo turno è diventata primo partito della città col 25% e ha superato il 40% nei quartieri popolari come il Cep. È Salvini a trionfare. Il ministro dell’Interno che per ben due volte è arrivato a fare campagna elettorale in città e ancora ieri ha postato immagini di Pisa sui social. A poco è servita la mobilitazione del Pd che negli ultimi giorni ha portato Martina e Gentiloni, Calenda e Veltroni. Ceccardi subito scrive a Salvini: «Ora tocca a noi».

E pensare che i dati dell’affluenza alta (55,8%, 3 punti sotto il primo turno ma 7 sopra la media nazionale) avevano fatto nutrire qualche speranza ai dem. Ma anche agli avversari: «È il nostro momento non dobbiamo mollare, attaccatevi al telefono e portate a votare tutti», si galvanizzavano già i leghisti. «Non ci aspettavamo certo questa sconfitta, smettiamo di dividerci e facciamo squadra», dice Marco Recati a nome della reggenza Pd alla fine della lunga domenica del ballottaggio.

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