giovedì 24 maggio 2018 |
Testata: NAZIONE PISA |
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SCIENZA E FEDE: IL BRACCIO DI FERRO
Querela contro l’organo vaticano
SCIENZA E FEDE Al FERRI CORTI
In tribunale lo scontro sul mais 0gm La S ant’ Anna querela l’«Osservatore»
Le ricerche della Scuola erano state attaccate dall’organo vaticano
di GABRIELE MASIERO
L’ANATEMA dell’organo di stampa della Santa Sede sulla Scuola Sant’Anna per gli effetti benefici delle coltivazioni transgeniche di mais finisce in Tribunale. E’ stata depositata il 18 maggio scorso infatti – come scriviamo anche nelle pagine nazionali – la querela per diffamazione che la Scuola pisana ha fatto nei confronti dell’Osservatore Romano. Il qutodiano che nel febbraio scorso pubblicò un articolo durissimo contro lo studio firnato da Carlo Triarico, vicepresidente di Federbio, che sostanzialmente accusava i ricercatori pisani di essere mossi da un interesse economico nelle loro conclusioni fino ad alludere di essere stati «al soldo delle multinazionali». Accuse che fecero immediatamente imbestialire il rettore Pierdomenico Perata e gli autori dello studio, Laura Ercoli e Marco Nuti, che oggi hanno sosttoscritto la querela contro il quotidano vaticano. Anche perché, si lascia intendere nell’estensione della querela, nell’articolo del giornale le invettive di Triarico non furono presentate come le opinioni di un esperto in materia, ma pubblicate senza indicare la qualifica dell’autore tanto da sembrare che quelle parole rappresentassero l’opinione, diffamatoria secondo l’ateneo, del giornale stesso.
«IL DIRITTO di critica – ha spiegato Perata a La Nazione – è sacrosanto e lo è tanto di più in scienza, pur se corredato da confutazioni altrettanto scientifiche. In questo caso invece si è scelto la scorciatoia dell’allusione dei soldi e ciò è una grave diffamazione, compiuta da un quotidiano che si rivolge a un pubblico molto vasto. Nel caso specifico tra l’altro la ricerca è stata effettuata a costi contenuti, a spese interamente sostenute dalla scuola che paga lo stipendio ai suopi ricercatori e si tratta di un’indagine, un meta-analisi, di tipo statistico condotta su precedenti lavori già presenti in letteratura scientifica».
DURA anche la replica di Laura Ercoli e Marco Nuti: «L’accusa di una selezione tendenziosa e interessata dei dati scientifici elaborati per soddisfare particolari interessi è particolarmente grave e offensiva e per un ricercatore rappresenta l’accusa più infamante possibile». «La ricerca scientifica – ha aggiunto Ercoli – è basata sul metodo di valutazione tra pari delle pubblicazioni e dei progetti di ricerca attraverso specialisti. Questo processo costringe gli autori ad adeguarsi a elevati livelli di qualità, aumentando la probabilità che eventuali debolezze siano identificate e corrette. Pertanto, come ricercatore sono abituata e lieta che i miei prodotti siano sottoposti a tale valutazione, perché sicuramente ne usciranno migliorati e rafforzati. Sono dunque pronta ad accettare critiche ed osservazioni e a rispondere a queste con le modalità e il linguaggio adottati dalla comunità scientifica. Non sono invece disposta a subire passivamente accuse lesive della mia dignità professionale». Secondo Nuti, «ci sarebbero stati ben altri modi e sedi per un serio confronto sul tema degli ogm fra persone che la pensano in modo diverso: l’articolista invece ha preferito l’approccio delle insinuazioni malevole e offensive, la scelta è tutta sua». «Ritengo inoltre – ha concluso il ricercatore – che Triarico abbia deliberatamente confuso la nostra meta-analisi con una opinione scientifica di valutazione del rischio e appare pretestuoso estrapolare i risultati da noi riferiti esclusivamente al mais a tutte le altre coltivazioni geneticamente modificate».