Chi più ha più deve pagare. Un principio semplice quello della progressività della tassazione su cui si dovrebbe fondare un sistema democratico che aspira alla giustizia sociale. Un principio che viene cancellato con fermezza dalle ultime decisioni del governo Pd-Pdl con la “cancellazione dell’IMU” e l’introduzione della service tax.
Di fatto questo provvedimento serve solo a non far pagare i ricchi e a rafforzare le differenze sociali esistenti. A essere colpiti saranno gli inquilini: una stangata media di circa 1000 euro. Un’altra categoria che subirà gli effetti della service tax é rappresentata dagli studenti fuori sede. A vincere è il partito trasversale della rendita e della speculazione, i grandi proprietari immobiliari, e i grandi costruttori che col cemento stanno divorando i nostri territori. Si rompe ancor di più ogni forma di coesione sociale, già duramente compromessa da una crisi economica pesantissima e da provvedimenti che nel corso degli ultimi anni hanno peggiorato la situazione. Come denunciano i sindacati degli inquilini l’unico effetto sarà l’aumento degli sfratti per morosità, che nel 2012 sono stati in Italia 60 mila.
Una vittoria doppia per il partito della rendita, visto che il Governo ha stanziato solo 500 milioni per la Cassa integrazione in deroga, una cifra del tutto insufficiente che porterà a migliaia di licenziamenti di lavoratori e lavoratrici che non avranno più alcun reddito.
Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi a nome dell’amministrazione giudica positivamente il provvedimento affermando: “La scelta sull’Imu è uno sbocco positivo”. Vorremmo ricordare al sindaco che il giorno del suo insediamento ha giurato sulla Costituzione, e tutto ciò non ha nulla a che fare con quei principi di equità e solidarietà sociale che fondano la nostra carta costituzionale.
Una cittá in comune lavorerà da subito all’interno del Consiglio Comunale affinché la progressività della tassazione sia il criterio fondante di qualsiasi decisione.