Riportiamo al più presto il Pisa all’Arena, ma con garanzie a tutela dell’interesse pubblico

In queste ore si discute sulla richiesta da parte della Giunta Comunale di convocare d’urgenza nei prossimi giorni un Consiglio Comunale per approvare la convenzione che dovrebbe regolare i rapporti tra il Comune e la società Ac Pisa 1909 per la gestione dell’Arena Garibaldi. Nella convenzione si definiscono i rapporti tra i due soggetti per quanto riguarda i lavori che ciascuno deve realizzare per mettere l’impianto  a norma, il loro importo, il canone e la durata della stessa. Ci sono tre variabili (importo dei lavori, durata della convenzione e canone) che sono strettamente connesse l’una all’altra e su cui ad oggi non vi è chiarezza. Ciò che sembra certo è che la società, rispetto al milione di euro di interventi preventivati, sarebbe disponibile a realizzarne solo 600 mila euro. Una riduzione che non può che incidere pesantemente, a nostro avviso, rispetto ai 15 anni previsti per la durata e ai soli 20 mila euro di canone annui. 

L’approvazione della convenzione da parte del Consiglio Comunale e la sottoscrizione del documento tra la società sportiva e il Comune è un atto importante perché da esso dipende l’inizio dei lavori all’Arena per conseguire l’agibilità affinché la squadra nerazzurra possa finalmente tornare a disputare in casa le partire del campionato di Serie B. 

Su questo argomento così importante il Consiglio Comunale s’è già espresso prima a luglio e poi ad agosto. In queste precedenti occasioni abbiamo sostenuto che la strada maestra fosse quella della tutela dell’interesse pubblico, visto che si tratta di decidere su come investire i soldi dei cittadini, conoscendo bene la passione che lega una buona parte della nostra città alla propria squadra di calcio. 

Per noi perseguire il bene pubblico significa  in primo luogo capire da dove prendere risorse così ingenti da investire sullo stadio a fronte di tutti i grandi problemi di manutenzione ordinaria e straordinaria della nostra città. Si pensi alla messa in sicurezza del nostro patrimonio scolastico, ma non solo. Fino a oggi, dietro presunti motivi di “urgenza”, tutto questo non è stato fatto.

A nostro avviso è indispensabile analizzare e condividere attentamente in Commissione e poi in Consiglio i contenuti della convenzione al fine di tutelare il Comune e i soldi dei cittadini a prescindere dal soggetto privato con cui si ha a che fare, specialmente a fronte di un mondo del calcio in cui la finanziarizzazione delle società e degli interessi economici collegati sono a farla padrone.  Purtroppo la nostra città negli ultimi anni ha dovuto subire operazioni speculative e balorde da parte di “pseudoimprenditori” che hanno calpestato la passione sincera dei tantissimi  tifosi nerazzurri. 

Per tutelare l’interesse pubblico quindi chiediamo garanzie chiare e stringenti ai proprietari dell’AC Pisa 1909, chiunque essi siano: le stesse che pretendiamo da qualsiasi altro soggetto per questioni concernenti  il patrimonio pubblico.  

Riteniamo indispensabile chiedere e acquisire tutte le certificazioni di regolarità amministrativa, contabile etc… della società con cui andremo a stipulare la convenzione. Vogliamo chiedere alla società di pubblicare i propri bilanci, consentendo così di metterli a verifica per accertare la solidità e credibilità finanziaria: chi vuole gestire una parte importante del patrimonio pubblico della nostra città  non deve avere nulla da nascondere.  Le voci su un pesante indebitamento da parte degli attuali proprietari per oltre 2 milioni di euro necessitano di essere chiarite, tanto più che questa società, secondo quanto previsto dalla convenzione, dovrà anche depositare fideiussioni e polizze assicurative di ingente valore presso il Comune di Pisa. 

Due anni fa non votammo a favore di una convenzione che riconosceva al Comune la cifra ridicola di 6000 euro l’anno di canone e a luglio non abbiamo votato a favore di una variazione di bilancio in cui si dava il via libera a impegnare un milione per lavori sull’Arena con una società che vedeva il suo presidente agli arresti domiciliari. 

Riteniamo, quindi, profondamente sbagliato pensare di portare con una procedura d’urgenza in Consiglio Comunale una delibera redatta in fretta e furia, priva delle indispensabili garanzie e senza le opportune verifiche, non solo perché questo  è un metodo di amministrare sbagliato, ma anche perché si correrebbe il rischio di non raggiungere neppure l’obiettivo di garantire una permanenza della squadra all’Arena Garibaldi. Occorre, infatti, evitare preventivamente qualsiasi esposizione del Comune a fronte di possibili insolvenze da parte di una società privata che in base alla attuale  bozza di convenzione pagherebbe un canone di  appena 20 mila euro l’anno per i prossimi 15 anni, fatturando milioni e milioni di euro solo con i diritti televisivi. Vorremmo anche capire sulla base di quale criterio sia stata stabilità la congruità di questo canone e nel caso come sia possibile che si pensi di lasciarlo invariato anche quando la società realizzerà lavori per 600 mila euro anziché per un milione di euro. 

E ancora: cosa succede se la società non rispetta i patti? Ad oggi non esiste alcuna tutela nella bozza di convenzione, eppure le prove di scarsa affidabilità da parte degli attuali proprietari dell’AC Pisa 1909, con cui si dovrebbe firmare il documento, non sono  mancate in tutte queste settimane. Fino ad oggi anche da parte dell’Amministrazione Comunale si è proceduto in fretta e furia, con tanti e troppi affidamenti diretti dalle motivazioni per di più discutibili. 

Da parte nostra siamo disponibili a confrontarci e lavorare per permettere alla squadra nerazzurra di tornare a giocare il più presto possibile all’Arena, ma ci preme ricordare che lo faremo soltanto all’interno di un percorso chiaro, rigoroso e trasparente che garantisca prima di tutto il Comune e la città.

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