Risposte di Ciccio Auletta alle domande ai candidati sindaco della FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)

D: Un piano per il futuro. La passata amministrazione ha redatto nel 2009 un biciplan, cioè un piano della mobilità ciclistica, articolato in 7 punti, che però sono stati realizzati solo in minima parte.
Quali sono a parer suo le cause dei ritardi? Quali misure prevede per accelerare l’esecuzione di quanto già previsto? Prevede di redigere un nuovo piano per il quinquennio 2013 – 2018? Con quali contenuti e quante risorse prevede di destinarvi?

R: A nostro avviso la causa dei ritardi è da cercarsi nella scarsa convinzione in ciò che si proponeva da parte della Giunta uscente: si è tentato di fare qualcosa per le bici, e alcuni risultati si sono ottenuti (anche grazie alla spinta della Consulta della bicicletta), ma non si è mai registrata una volontà chiara di invertire le priorità: la mobilità automobilistica è sempre rimasta al primo posto. Questo ricade ovviamente sul lavoro e l’organizzazione dei dirigenti. Troppo si è delegato al lavoro dell’Ufficio Bici presso Pisamo, che ha un organico di un’unica persona (per quanto valida).
Un piano della mobilità ciclabile sarà sicuramente redatto dalla nostra amministrazione, e al primo punto, come si legge dal nostro programma, è prevista una riqualificazione delle piste esistenti, perché siano messe in sicurezza (in particolare gli attraversamenti) e non vengano vissute come inutili. Per questo ci avvarremo dei consigli e della esperienza delle associazioni da sempre attive sulla ciclomobilità. La pianificazione delle nuove piste ripartirà dal piano licenziato dalla Consulta della bicicletta. Anche sulle risorse andrà rivista la sproporzione dei fondi destinati alla mobilità automobilistica e quella ciclabile: non ci sentiamo di promettere cifre finché non conosceremo le cifre esatte del bilancio, ma non si limiteranno, come adesso, ad una piccola parte degli introiti dei parcheggi a pagamento.

D: Lavori pubblici e mobilità ciclistica. L’art. 10 della l. 366/98 prescrive che ogni intervento sulla rete stradale, anche di manutenzione straordinaria, comporti la contestuale realizzazione nel tratto interessato di una pista ciclabile. Questa norma è stata finora spesso disattesa anche dalla amministrazione comunale uscente, in particolar modo in occasione della realizzazione di sottopassi ferroviari e rotatorie.
Si impegna a porre rimedio a queste negligenze, garantendo il rispetto della suddetta norma ed avviando un piano per la eliminazione degli ostacoli alla mobilità ciclistica creati dagli interventi eseguiti in passato?

R: Questo elemento conferma esattamente quanto detto sopra: la priorità è sempre il traffico automobilistico. Le rotonde rappresentano bene questo aspetto. Consapevoli che intervenire a posteriori non sempre è possibile e non è detto che si riesca ad ottenere un risultato ottimale, questo tipo di interventi sarà inserito nel nostro piano della mobilità ciclabile. Per porre rimedio a questa annosa questione ci impegniamo a portare in Consulta della bicicletta ogni intervento relativo alla viabilità, non solo quelli relativi a nuove piste.

D: L’Aurelia all’altezza di via Andrea Pisano non sarà più attraversabile in sicurezza da pedoni e ciclisti quando verrà ultimata la rotatoria in costruzione ed eliminato il semaforo.
Si impegna a realizzare un sottopasso come quello all’altezza di via Livornese (ponte a Piglieri), sospendendo immediatamente i lavori su via Pisano e modificando il progetto approvato che nulla prevede?

R: Ci impegniamo a sospendere i lavori e a condividere un piano di soluzione del problema: non ci possiamo impegnare a realizzare il sottopasso solo per correttezza, non conoscendo le carte che hanno fatto rinunciare all’opera da parte della attuale amministrazione.

D: Si impegna inoltre a modificare gli interventi in corso sui lungarni di Tramontana, realizzando in tempi brevi una pista ciclabile a norma per tutta la loro lunghezza ?

R: I lungarni rappresentano una vera e propria via di scorrimento e di attraversamento, anche per le bici: lo spettacolo attuale, dei ciclisti costretti tra macchine in doppia fila, corsie degli autobus dissestate o marciapiedi impercorribili perché sconnessi è inaccettabile. I problemi di costi ci sono, ma quando si svolgono nuovi lavori di riqualificazione per noi sarà impensabile non prevedere la mobilità ciclabile (carreggiata riservata o promiscua che sia…).

D: Un centro storico dal volto umano. Dal dicembre 2012 anche il Comune di Pisa, dopo un pronunciamento favorevole del Ministero dei Trasporti, prevede che in ZTL le bici possano circolare in entrambi i sensi su tutte le strade. Però le strade alle quali tale previsione è stata applicata si contano sulle dita di una mano.
Si impegna ad adottare questo provvedimento in tutta la ZTL di Pisa?

R: Adottare il provvedimento strada per strada, come sta avvenendo attualmente, non ha senso: si mettono i cartelli per chi imbocca in senso contrario una strada (divieto “eccetto bici”) ma non si avvisa chi la percorre in auto in senso corretto, così da mettere a repentaglio l’incolumità dei ciclisti (e non solo). Il provvedimento in questione ha senso se esteso all’intera ZTL con chiari cartelli ad ogni accesso.

D: Recenti notizie di stampa ventilano l’abbandono del progetto di sottopasso ciclopedonale tra piazza Vittorio Emanuele e via Gramsci.
Si impegna a realizzare questo importante progetto e a completare il previsto asse ciclopedonale tra la stazione e il Duomo? Con quali tempi?

R: Sulla prima parte della domanda (realizzazione del sottopasso) non ci impegniamo, perché il progetto non ci ha mai convinto del tutto. Riteniamo che, soprattutto in centro, le bici e i pedoni debbano avere il diritto di “superficie” e non essere mandati sottoterra (semmai il contrario). Inoltre un progetto del genere rischia di inasprire tensioni sociali in una zona delicata come quella della stazione, e magari di dover essere chiusa la sera. Ci impegniamo però a completare la percorribilità ciclabile nord-sud (non solo verso il duomo) con un progetto di riorganizzazione della viabilità tra la ZTL e la stazione. I tempi saranno in base alle priorità stabilite dalla Consulta della Bicicletta, ma trattandosi di interventi di “completamento” dovrebbero essere attuabili già entro un anno.

D: Moderazione del traffico. Zone pedonali, ZTL, aree 30, sosta a pagamento riducono l’uso del mezzo motorizzato ed incentivano l’uso della bici e del mezzo pubblico, ma l’amministrazione comunale uscente ha fatto pochi passi avanti in questa direzione.
Quali sono esattamente le misure di moderazione del traffico che intende attuare, e gli ampliamenti che prevede per zone pedonali, ZTL, aree 30 e sosta a pagamento?

R: Pisa, va riconosciuto, ha una delle ZTL più estese d’Italia. Il problema è che riguarda solo il centro storico. La priorità, ora, è portare alcune limitazioni anche nelle periferie, e le zone 30 (già previste del vecchio Piano Urbano del Traffico, PUT, ma mai state realmente realizzate) sono un ottimo strumento per riportare qualità e sicurezza anche nei luoghi più residenziali ma meno vissuti. Sempre nelle periferie vorremmo realizzare anche alcune pedonalizzazioni, per ricreare centri aggregativi e di socialità diurna.

D: In bici al mare. Nonostante se ne parli da molto tempo e nonostante vi siano finanziamenti regionali immediatamente disponibili, Pisa ancora non dispone di un collegamento ciclabile con il suo litorale.
Si impegna a progettare e costruire direttamente la pista Pisa-Marina sul resede del vecchio trammino nell’ambito del progetto regionale Ciclopista dell’Arno, così superando la deplorevole inerzia della Provincia di Pisa che non ha mantenuto l’impegno sottoscritto con la regione nel 2010?

R: Si. Inoltre porteremo avanti in parallelo (ma su finanziamenti diversi, ovviamente) la progettazione di una nuova linea tramviaria pisa-litorale, che permetta anche di caricare le bici sul mezzo pubblico. Per diminuire la pressione estiva delle macchine sulle strade, e evitare in ogni modo l’utilizzo delle strade bianche del Parco da parte delle auto, pensiamo infatti che la sola pista ciclabile non sia sufficiente.
Ci piacerebbe pensare anche (senza rallentare il progetto di cui sopra) ad un percorso ciclabile lungo la golena dell’Arno, con aree di sosta pubbliche che si affaccino sul fiume. Tale percorso potrebbe beneficiare dell’ombra del viale alberato, a differenza del tracciato del vecchio trammino.

D: Piste a norma e manutenzione. Ancora oggi a Pisa molte piste ciclabili sono di fatto scarsamente utilizzabili a causa di gravi lacune, spesso conseguenza di grossolani errori progettuali o mancanza di manutenzione.
Si impegna ad avviare un piano di revisione che, entro la fine del prossimo mandato, consenta di correggere eventuali errori progettuali e riportare a norma tutte le piste esistenti, dotandole di segnaletica orizzontale e verticale e cordolo?

R: Si, il piano di riqualificazione delle piste ciclabili è esplicitamente inserito nel nostro programma (cfr. Risposta 1).

D: Ciclostazioni. Il progetto Sesta Porta, presentato come “progetto all’avanguardia di nodo intermodale dove confluiscono treni, bus e auto”, purtroppo non prevede una moderna ciclostazione. Qualsiasi normale progetto di questo tipo in Europa prevede un parcheggio bici custodito e protetto, che eliminando il rischio furto incentiva enormemente l’uso della bici e quindi anche del mezzo pubblico.
Si impegna a colmare questa grave lacuna inserendo immediatamente nel progetto anche una ciclostazione ?

R: Assolutamente si, in più occasioni abbiamo denunciato lo scandalo. Ci impegniamo a realizzare una seria Ciclostazione anche nel caso in cui il progetto sesta porta dovesse essere rivisto (a causa dei problemi finanziari). Il problema della sosta delle biciclette andrà affrontato più in generale per tutta la città. Il modello scelto va bene (“U rovesciata”) ma vanno previsti sistematicamente in ogni strada, e possibilmente inseriti nel mando stradale, non posticci come quelli attuali. Saranno incentivate le installazioni presso tutti i principali luoghi di lavoro e di frequentazione pubblica. Saranno previsti inoltre, oltre agli stalli del Bike Sharing, parcheggi protetti per le bici in tutti i parcheggi scambiatori.

D: Consulta della bicicletta. La Consulta comunale della Bicicletta è stata istituita nel 2008, allo scopo di esaminare ogni intervento infrastrutturale, allo stadio di progetto preliminare, per verificare il rispetto della norma di cui al punto 2. In realtà non tutti i progetti sono stati sottoposti alla Consulta; spesso non si trattava di progetti preliminari ma di progetti definitivi ormai immutabili; anche ove era possibile, di rado le modifiche suggerite dalla consulta sono state attuate, come nel caso della nuova rotatoria in costruzione sull’Aurelia all’altezza di via Andrea Pisano.
Come intende rafforzare la possibilità di intervento della Consulta ?

R: Consideriamo la Consulta un’esperienza tutto sommato positiva perché ha rappresentato un segnale. Ma per quanto ci riguarda, così come per tutti gli altri settori dell’amministrazione, la partecipazione assumerà un ruolo e un peso ben diversi. Dalla consulta passeranno, anche solo come informazione, tutti i progetti di viabilità e urbanistici, in modo che possa richiedere l’avvio di un ragionamento sulla ciclabilità anche laddove l’Assessore competente non abbia previsto. Prima di ogni discussione saranno forniti i progetti. La discussione e la decisione avverranno in momenti diversi, in modo che i rappresentanti presenti abbiano modo di confrontarsi con le loro associazioni.

D: Ufficio Bici. L’ufficio bici istituito presso la Pisamo ha dato ottima prova, grazie alla professionalità ed all’impegno del suo unico addetto, ma un organico di una sola unità non può fare miracoli. Intende potenziarlo?

R: Avvieremo una riflessione sulla divisione dei compiti tra Comune e Pisamo. L’ufficio bici rappresenta una novità molto positiva per la città, ha segnato una vera svolta in molte cose, e intendiamo valorizzarne al massimo la capacità operativa.

D: Tangenziale. Il progetto di Tangenziale nord-est prevede una spesa di oltre 70 milioni di euro per un’opera a forte impatto, che incentiva l’uso del mezzo motorizzato privato a scapito del trasporto pubblico e della mobilità ciclistica. Noi siamo convinti che questa scelta sia un grave errore e uno spreco di risorse preziose.
Si impegna ad abbandonare questo progetto e ad investire nel trasporto pubblico e nella mobilità ciclistica le risorse così liberate?

R: Siamo decisamente contrari al progetto della “tangenziale nord-est” per tutti i motivi suddetti, che condividiamo pienamente. Riteniamo che le risorse economiche debbano essere investite sui trasporti pubblici e non sulla mobilità privata. Abbandoneremo quindi il progetto senza se e senza ma, mettendo mano alle previsioni urbanistiche, stralciandolo dal Piano Strutturale d’Area, che, al contrario, dovrà parlare di tutela del territorio e mobilità sostenibile.

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