Ristabilire la verità sullo sgombero della Bigattiera è un dovere istituzionale. Ecco perché ci siamo recati dai carabinieri

Leggiamo sulla stampa locale che alcune famiglie rom, dopo lo sgombero del campo della Bigattiera, si sarebbero trasferite a Coltano senza alcun permesso o autorizzazione, dando vita dunque a un nuovo insediamento “abusivo”. Durante un controllo delle forze dell’ordine, i rom hanno dichiarato di essere stati indirizzati a Coltano proprio dai rappresentanti del Comune: lo stesso Comune che non ha dato alcun riscontro scritto di ciò ai carabinieri. Dunque, né Palazzo Gambacorti, né la Società della Salute, né gli assistenti sociali – dicono i resoconti stampa – avrebbero mai dato il proprio consenso al “trasloco” dei rom. Ma le bugie hanno le gambe corte.

Nelle drammatiche ore dello sgombero noi eravamo lì, e abbiamo ascoltato, visto, fotografato, registrato quel che accadeva. Ci avevano raccontato che alla Bigattiera c’era un imponente numero di stranieri irregolari e di “fuorilegge”: invece nessuno è stato arrestato, e tra le decine di persone presenti solo due erano prive di permesso di soggiorno. Ci avevano raccontato che tutti i rom regolari avevano ottenuto una soluzione alternativa, e invece abbiamo visto
molte famiglie con i documenti sbattute per strada.

Soprattutto, abbiamo visto e ascoltato i rappresentanti del Comune e della Società della Salute, mentre davano il proprio consenso al trasferimento a Coltano. Il tutto è avvenuto verbalmente, senza alcun provvedimento formale, a dimostrazione che i nostri amministratori, a partire dal Sindaco e dall’assessore Capuzzi, hanno una pesante responsabilità politica in un’operazione di mero ordine pubblico, senza alcuna programmazione di interventi sociali adeguati.

Come era prevedibile lo sgombero non ha allontanato i rom – perché le persone non si possono smaterializzare a comando – ma ha provocato un trasferimento in altri luoghi della città, peggiorando solo le condizioni di vita e allontanando i bambini e le bambine dalle scuole. Ma alla giunta Filippeschi questo non basta. Ora si prova a porre nuovamente un problema di ordine pubblico su Coltano, quando è la stessa amministrazione ad aver indicato ed autorizzato questo spostamento.
Il primo passo per fare gli amministratori è quello di non dire bugie: ma evidentemente questo prerequisito manca a chi sta speculando sulle famiglie rom per cercare di recuperare il consenso perduto. E allora è bene ristabilire la verità.

Per questo oggi pomeriggio ci siamo recati presso il Comando provinciale dei Carabinieri chiedendo di essere ascoltati in quanto “persone informate dei fatti” riguardo al trasferimento dal campo della Bigattiera a Coltano. Come rappresentanti eletti dai cittadini, non possiamo sottrarci alla ricostruzione di quel che è effettivamente avvenuto: lo sentiamo come un dovere istituzionale ed ancor prima come un dovere etico. Oggi, dunque, comunichiamo alle forze dell’ordine la nostra disponibilità a raccontare quel che abbiamo visto e sentito. Perché le bugie hanno le gambe corte, soprattutto se dette alla presenza di decine di testimoni…

 
Francesco Auletta, consigliere comunale Una città in comune-Prc
Luca Barbuti, consigliere comunale L’Altra San Giuliano
Simonetta Ghezzani, consigliera comunale SEL

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