NAZIONE PISA Pagina: 4
«Rom, nessun fallimento. E a quelli regolari offriremo appartamenti»
PROSEGUE LA NOSTRA INCHIESTA SULL’EMERGENZA ROM DOPO LE PUNTATE E LE POLEMICHE DEI GIORNI SCORSI OGGI PARLA IL PRESIDENTE DELLA SOCIETA’ DELLA SALUTE
C’E’ UN FUTURO per i rom regolari nel campo abusivo della Bigattiera in fase di smantellamento. L’impegno della Società della Salute è di fare passare queste famiglie, entro i primi mesi del 2015, dal degrado di roulottes e baracche ad abitazioni dignitose. Lo dice il direttore della Società della Salute, Giuseppe Cecchi, che in pieno dibattito aperto sull’emergenza rom a Pisa, spiega il `lavoro certosino’ eseguito in questa delicata e attesa operazione.
«L’ULTIMO censimento alla Bigattiera parla di 29 famiglie per un totale di 125 persone. Circa 84 di esse sono senza permesso di soggiorno. Per essi saranno attivate le misure previste dalla legge. Per quelli in regola, che si sono dichiarati a collaborare con i servizi sociali, sono in fase di definizione i loro trasferimenti in appartamenti anche fuori provincia e Regione. Appartamenti – precisa Cecchi – i cui affitti saranno pagati di tasca loro». Colloqui individuali e continui con tutte le famiglie rom e tentativi ininterrotti di mettere le basi per una effettiva integrazione che, dice Cecchi, «in molti casi negli anni si è rivelata fallimentare, ma in altri è invece riuscita. Non abbiamo mai negato che esistano difficoltà». I milioni di euro spesi negli ultimi decenni da Comune, Regione e Comunità europea sono entrati nel mirino dei politici, ma Cecchi tiene piuttosto a precisare: «E’ ingeneroso ridurre tutto a un fallimento. L’alternativa sarebbe non spendere quei soldi e ignorare i problemi, con la conseguenza di accrescerli. Noi ci atteniamo alle scelte politiche che ci vengono consegnate. Da soli non possiamo risolvere il problema che, come è noto, si riversa anche sulla sicurezza. Perciò è giusto continuare su questa intesa inter-istituzionale che sta dando i suoi frutti mantenendo alta la pressione sugli irregolari e offrendo possibilità di riscatto a quelli che accettano la nostra offerta di aiuto». Un aiuto a cambiare vita che, specifica Cecchi, «non può diventare assistenzialismo a vita, tant’è che case e contributi agli affitti, ad esempio, furono concessi e ritirati sulla base del rispetto di regole precise. Un aiuto che non trova sempre accoglienza nelle famiglie rom». Non sono poche quelle che hanno rifiutato le proposte della SdS negli anni. E sulla scolarizzazione dei minori, che costituiscono una grossa porzione della popolazione rom, Cecchi è convinto che si possa fare di più, ma ricorda: «Il solo fatto che ora i bambini vadano a scuola è un buon risultato. Noi offriamo anche interventi a sostegno, come corsi e opportunità extrascolastiche. Ma vanno sapute cogliere. Il dare e il ricevere presuppongono due mani. Troppo spesso se n’è vista una sola».