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Rossi-Marson, la tregua è armata
Scontro sul paesaggio, il governatore batte i pugni e presenta gli emendamenti
Rossi batte il pugno sul tavolo e presenta alcuni emendamenti al piano paesaggistico per quanto riguarda le cave dopo le polemiche dei giorni scorsi tra il Pd e l’assessore all’urbanistica Anna Marson. Sono tre foglie due articoli, i numeri 19 e 20. E il «punto di equilibrio avanzato» come lo ha definito il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Emendamenti, quelli presentati dal governatore, che sarebbero stati condivisi dai duellanti, la Marson e il consigliere regionale Ardelio Pellegrinotti, autore delle modifiche al piano. Mentre quest’ultimo ha confermato la sua adesione al cosiddetto lodo Rossi, la Marson ha risposto gelida e laconica al Tirreno: «Quando avrò a disposizione il testo e capito cosa succede al resto del piano sarò in grado di rispondere».
L’impressione è che, nonostante i pugni sul tavolo di Rossi («Finché io sono in Regione non mi piegherò a chi vuol fare come gli pare, e a chi vuole chiudere le cave. Noi siamo per regolare e per incivilire il settore», ha sottolineato il governatore), la “guerra” prosegua, seppure la cenere di una mediazione così autorevole, come appunto quella del governatore. Rossi ha tenuto infatti a precisare di parlare come presidente ma anche come primo dei consiglieri del Pd. Governo e gruppo. Riassunti in una mediazione difficile. Domani si terrà la riunione di maggioranza, poi la prossima settimana tutti gli emendamenti al piano saranno discussi in commissione e infine si andrà in aula, verso metà marzo. La Marson uscirà allo scoperto solo al momento dell’approvazione: se riterrà che il piano verrà varato stravolto rispetto a quello da lei presentato nel luglio scorso, si dimetterà. Alzerà bandiera bianca. Potrà dire: «Ci ho provato, ma le lobbies del cemento mi hanno impedito di approvare un piano del paesaggio come in Puglia». Proprio temendo questo scenario, Rossi ha preso in mano la patata bollente e sulle cave ha raccontato di aver studiato lui stesso i punti proposti nel suo lodo. Eccoli.
No cave sopra i 1200 metri. Primo: sopra i 1200 metri non saranno possibili nuove cave. Si potrà intervenire sulle esistenti a condizione che questo sia funzionale alla realizzazione di un piano di recupero. Poi un’apposita commissione di livello regionale, prevista dalla legge sulle cave, «si assumerà la responsabilità di dire dove intervenire» per le attività estrattive sotto i 1200 metri.
Gli ampliamenti possibili. Secondo: sul resto del territorio sono possibili ampliamenti delle cave fino a un massimo del 30%, dentro a un perimetro già autorizzato per un massimo di tre anni. Secondo Rossi, «gli ampliamenti non devono però costituire una variante sostanziale, ovvero prevedere l’apertura nuovi fronti, ingressi o gallerie. Altrimenti – ha detto ancora – bisogna chiedere la valutazione del paesaggio» .
Terzo. E’ previsto inoltre lo strumento del piano attuativo di bacino che «sarà un piano particolareggiato delle cave, che, ad esempio, stabilisce dove passano strade, e individua i bacini di accumulo».
Con il piano del paesaggio, la Regione approverà anche la legge sulle cave. La quale prevede che se i cavatori presentano, entro due anni, un piano industriale con lo sviluppo della filiera e i punti principali perle cave: niente aperture sopra i 1200 metri; ampliamenti possibili fino a un massimo del 30%; previsto lo strumento del piano attuativo di bacino la lavorazione marmo sul territorio apuano, la Regione è disponibile a prorogare le autorizzazioni, fino a un massimo di 7-9 anni. «Proporremo ai cavatori un patto, chiedendo che vi aderiscano entro sei mesi. Se le aziende non aderiscono a questo patto – ha detto ancora -, le concessioni andranno a gara».
Rossi ha infine spiegato che ci sarà un monitoraggio di questi piani e per questo saranno previsti degli ispettori regionali che controlleranno il rispetto delle concessioni.
Marson: grande tecnico. Alla domanda se il piano così da lui elogiato non fosse merito anche della Marson, Rossi ha risposto: «Ho scelto e tenuto l’assessore Marson perché è un grande tecnico che con il suo carattere anche impolitico ha dato un contributo importante alla svolta che in Toscana pensavo giusto far contro il consumo di suolo e sul fronte del piano del paesaggio». Ha concluso Rossi: «La legge urbanistica, prima legge del genere in Italia, con la quale abbiamo stabilito che non si fanno più nuove costruzioni sui territori agricoli al di là del perimetro urbanizzato, è frutto del suo straordinario impegno».