L’attuale livello di rumore non è un inevitabile boccone amaro da ingoiare pur di avere uno scalo cittadino, ma è il frutto di scelte deliberate con l’unico obiettivo di aumentare i profitti di Toscana Aeroporti e delle compagnie aeree.
Ricapitoliamo: Toscana Aeroporti non ha ancora un Piano di risanamento acustico, ha già accumulato su questo più di un anno di ritardo, e non è ancora dato di sapere quando ce l’avrà. Eppure il Piano è un obbligo di legge. Ancora: i dati disponibili dicono che i voli che decollano verso la città – causando i problemi legati al rumore – sono molti, soprattutto nel periodo estivo. I decolli verso la città che non rispettano le norme sull’altezza minima da tenere sono la stragrande maggioranza. Infine, il sistema di misura della quota non è ancora certificato e la certificazione spetta a Toscana Aeroporti, che anche in questo caso al momento è inadempiente.
E’ provato che il rumore è alla base di problemi sulla salute umana. I limiti di legge sul rumore sono considerati troppo alti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che chiede di abbassarli. Il contrario esatto di quanto ha detto in consiglio comunale il vicepresidente di Toscana Aeroporti, Roberto Naldi, che non solo sostiene che la normativa è troppo restrittiva, ma dice anche che il problema è in via di soluzione a brevissimo. Salvo che non si capisce cosa si intenda con tempi brevi e che le inadempienze che si sono verificate ad oggi non promettono bene.
Le proteste e le iniziative da parte dei cittadini e delle cittadine sono quindi sacrosante, perché siamo davanti a violazioni ripetute che aumentano le criticità e i disagi per chi abita nell’area di influenza del decollo. Da anni ci battiamo al loro fianco per far emergere i dati e le responsabilità, cercando di bucare la cortina di fumo che cerca di costruire intorno alle vicende del Galilei. Tutte le promesse fin qui ascoltate sono cadute una dopo l’altra.
Il comportamento dilatorio, inadempiente, non trasparente da parte della maggioranza privata che gestisce l’aeroporto Galilei è quindi semplicemente inaccettabile, perché favorisce gli interessi delle compagni aeree contro il diritto alla salute della cittadinanza.
Allo stesso tempo, i soci pubblici a partire da Comune, Provincia e Regione non possono più tenere una posizione di subordinazione rispetto a Corporacion America e devono invece mettere al primo posto la tutela della salute delle cittadine e dei cittadini agendo con decisione, impegno e continuità perché possano essere utilizzati finalmente gli strumenti anche sanzionatori nei confronti delle compagnie aeree che non rispettano le norme. Ormai sappiamo che è possibile farlo senza danneggiare il funzionamento dello scalo e l’importante servizio di collegamento della nostra città col mondo. Si tratta di una scelta politica: per noi il bene collettivo (in questo caso la salute pubblica) viene prima dei profitti delle compagnie aeree.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile