Tagliare i salari, ridurre il costo del lavoro, precarizzare i rapporti lavorativi. Sono questi i veri obiettivi dei licenziamenti allo stabilimento di Pisa che Saint-Gobain ha annunciato negli scorsi giorni e sui quali sembra non voler tornare indietro.
L’esternalizzazione dei servizi di portierato e di alcuni magazzini, con il conseguente licenziamento di 11 operai, ha questo unico significato. Si tratta di una operazione scandalosa, che serve solo ad aumentare i profitti della società contraendo i diritti di chi lavorerà in fabbrica: una fabbrica già precarizzata, dove sono già circa 50 gli operai con contratto di somministrazione.
Tutto questo non è frutto di una situazione di crisi, ma è una scelta aziendale ben precisa, che risale addirittura al 2019 e che è stata solo rinviata solo a causa del blocco dei licenziamenti durante la pandemia, tolto recentemente dal governo Draghi.
Gli altri 18 licenziamenti, inoltre, riguardano i livelli impiegatizi con la cancellazione di tutta una serie di figure che sono da sempre servite allo stabilimento pisano. E qui la domanda sorge spontanea: quale è il progetto industriale di Saint-Gobain per Pisa? Si vuole andare a una contrazione del sito produttivo?
Su questo non c’è alcuna chiarezza da parte della società francese che, ricordiamolo, nel 2024 dovrebbe procedere alla realizzazione del nuovo forno Float con tutti gli investimenti connessi.
Siamo davanti a una vertenza di fondamentale importanza per tutta la città. La multinazionale del vetro vuole licenziare il 10% della manodopera della fabbrica: una multinazionale che in tutti questi anni ha avuto di tutto dalla città e dal Comune, usando anche il ricatto occupazionale con le conseguenze, anche negative, che sono sotto gli occhi di tutti nel quartiere di Porta a Mare.
Per noi la parola d’ordine è una sola ed è molto netta: ritiro dei licenziamenti. Sosteniamo per questo la mobilitazione dei lavoratori e delle lavoratrici e chiediamo alle istituzioni, ad ogni livello, di intervenire contro l’arroganza e la prepotenza di questa multinazionale che, ancora una volta, in nome del profitto vuole mandare a casa lavoratori e lavoratrici. Presenteremo sulla vertenza una mozione urgente in Consiglio comunale con questa richiesta: no ai licenziamenti.
Insorgiamo, come dicono i lavoratori della GKN, e generalizziamo le lotte contro le multinazionali a cui i Governi di centro-destra e centro-sinistra, non ultimo il Governo Draghi, al parti delle istituzioni locali di entrambi gli schieramenti, hanno concesso ogni cosa in tutti questi anni.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista – Pisa Possibile