La rassegna in corso al Giardino Scotto sotto la direzione del Teatro Verdi è un caso spudorato e conclamato di pura lottizzazione politica ad opera dei vertici del Teatro, nella persona della Presidente, e della giunta comunale in cui a fare la parte del leone è Fratelli d’Italia che ottiene anche per questo anno il posto per il proprio responsabile nazionale dei Teatri, Massimo Simoni, noto alle cronache per saluti romani e ritrovi fascisti.
Infatti a seguito dell’audizione svolta in seconda commissione di controllo e garanzia del direttore generale, del direttore artistico e dei rappresentanti dei lavoratori è emerso che non è vi è stata alcuna manifestazione di interesse per la scelta di Simoni da parte del Teatro, ma un affidamento diretto, rispetto al quale sia il direttore generale sia quello artistico hanno espresso la propria totale estraneità.
In altre parole mentre si hanno delle figure apicali di primo livello, che pesano sul bilancio dello stesso Teatro, si sceglie di sperperare altri soldi pubblici, attraverso un contributo di alcune decine di migliaia di euro, dato dal Comune di Pisa al Teatro, per far lavorare l’esponente di Fdi e concedergli questa platea.
Tutto questo quando l’assessore Magnani annuncia che non ha risorse per le realtà culturali e che non ha modo di sapere se verrà fatto il bando contributi e di quale entità economica sarà portatore.
Non solo. Se il Comune avesse erogato il contributo al Teatro Verdi, permettendogli di esercitare tramite la propria direzione artistica il proprio ruolo, si sarebbero avute maggiori economie, un maggior ritorno in tema di offerta culturale, e avrebbe permesso al teatro di inserire questa attività nelle domande ministeriali facendo alzare il contributo. Invece tutto questo diventa una spesa ingiustificata ed ingiustificabile per il Teatro, che risulta come organizzatore solo di facciata essendo tutta la realizzazione appaltata all’esterno.
Ecco come si intende la cultura da parte di chi governa la città: un luogo da lottizzare, con personaggi impresentabili usando i soldi delle cittadine e dei cittadini. A questo si aggiunge l’aggravante che stiamo parlando di un personaggio che ha inneggiato impunemente al fascismo, quando nel nostro paese l’apologia di fascismo è un reato.
Gravissima la scelta della Presidente Tangheroni di procedere ad un affidamento diretto nei confronti di Simoni, un fatto che costituisce un precedente molto preoccupante nella modalità di gestione dello stesso Teatro.
Quando abbiamo approvato il nuovo statuto il Sindaco ci aveva rassicurato sulla serietà dell’operazione, oggi invece assistiamo all’esatto opposto. Un teatro che non solo non viene sostenuto ma che viene utilizzato da Conti come schermo per le proprie operazioni elettorali. Se Conti voleva far lavorare il proprio compagno di partito doveva avere almeno il buon gusto di metterci la faccia e fare un affidamento tramite gli uffici comunali. Non sarebbe cambiata la sostanza ma almeno non avrebbe portato il nome del Teatro, che ricordiamo è dei cittadini di Pisa e non proprietà di FDI, in questo fango.
Ciccio Auletta – Diritti in Comune: Una città in comune . Rifondazione Comunista – Pisa Possibile
Olivia Picchi – PD
Gabriele Amore – M5S