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Scuola, precari in piazza «Il bluff delle assunzioni»
I sindacati denunciano: 2000 docenti che hanno già fatto 36 mesi di supplenza restano fuori dal piano delle 100mila stabilizzazioni e non potranno insegnare.
«Una vera stabilizzazione dei precari della scuola non c’è: i docenti appartenenti alla seconda e terza fascia delle graduatorie continueranno a non essere assunti». Cgil, Cisl e Uil, assieme alle sigle autonome Snals, Gilda e Cobas hanno denunciato in un sit-in ieri a Firenze davanti alla sede dell’Ufficio scolastico regionale, quello che definiscono l’«ennesimo bluff», in materia di scuola, portato avanti dal governo Renzi: per i sindacati, nel provvedimento presentato due settimane fa dal governo, rientrerebbe infatti una stabilizzazione soltanto parziale dei precari storici della scuola.
«Il disegno di legge – attacca Il segretario regionale della Flc-Cgil, Alessandro Rapezzi esclude tutti i docenti che appartengono alla seconda e alla terza fascia, che hanno cioè ottenuto un’abilitazione all’insegnamento dopo il 2007, annodi chiusura della graduatoria di prima fascia». A restare fuori dal piano di assunzioni sarebbero in Toscana circa 2000 docenti precari, che hanno svolto negli ultimi anni incarichi di supplenza annuale. Per loro, fanno sapere i sindacati, andrebbe a scomparire, da settembre, la possibilità di continuare a ottenere qualsiasi nuovo incarico di supplenza: «All’articolo 12 del disegno di legge – informa Rapezzi – viene infatti fissato il divieto di nuove assunzioni temporanee per quan ti abbiano alle spalle 36 mesi di incarichi. Per mettersi in regola con la sentenza emessa lo scorso novembre dalla Corte di Giustizia europea, che ha imposto all’Italia l’assunzione dei precari con alle spalle almeno 36 mesi di docenza, il governo starebbe pensando bene di impedire di avere incarichi di supplenza a quanti resteranno fuori dal piano delle 100mila assunzioni a tempo indeterminato, promesse per settembre: per azzerare il problema del precariato pensa insomma di cancellare i precari». I sindacati non intendono nemmeno discutere sulla norma, che fa parte del disegno di legge “Buona scuola”: «Va stralciata totalmente – afferma il segretario regionale di Cisl Scuola, Cristina Zini – dal resto del provvedimento, che pure dovrà essere modificato nel corso dell’esame in Parlamento».