Nelle scorse settimane abbiamo fatto un accesso agli atti sia in Comune sia in Provincia per fare chiarezza sulla questione delle aule delle scuole Perodi, parte del complesso edilizio che ospita il liceo Carducci che, quest’anno, ha una drammatica carenza di aule come altre scuole della città. Mentre il sindaco Conti e l’assessora Munno, nonostante numerosi solleciti, non hanno mai risposto, dalla Provincia ci è stata inviata la lettera protocollo 16931/2021del 29 aprile 2021 con la quale il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori chiede al Comune di Pisa le aule della scuola dell’infanzia Perodi, inutilizzate dallo scorso anno scolastico,per il liceo Carducci.
A questa lettera la Giunta Conti non solo non ha mai dato risposta ma, in piena emergenza spazi, lo scorso 16 settembre ha approvato un atto di indirizzo in base al quale il Comune non concederà lo spazio al liceo Carducci ma lo destinerà al Centro provinciale per l’istruzione degli adulti che finora ha usato le aule della scuola media Fibonacci, in quanto per la destra la “commistione di utenza non era più gestibile né accettabile”.
Dal sito della Fibonacci risulta che le lezioni terminano alle 14 mentre quelle del CPIA cominciano alle 15. Non c’è dunque sovrapposizione di orari delle lezioni tra i due istituti mentre le eventuali attività extracurricolari della scuola media che si svolgono nel pomeriggio, coinvolgendo poche classi, consentirebbero di evitare l’interferenza tra studenti minorenni e studenti adulti.
Assolutamente infondata e strumentale è quindi la ragione ufficiale con la quale il Comune nega le aule al Carducci. Diciamo ufficiale perché la vera ragione è un’altra, ragione che sarebbe rimasta nascosta se la stessa assessora Munno non se la fosse incautamente lasciata scappare: la Provincia non collabora al processo di statalizzazione delle scuole dell’infanzia comunali, che il Comune di Pisa ha già avviato con la statalizzazione della Agazzi, e il Comune risponde rigettando la richiesta dello spazio Perodi.
È il rovesciamento della politica che non è più al servizio della comunità di riferimento ma che, sulla pelle della comunità di riferimento, alimenta interessi estranei al bene comune.
A conferma della pretestuosità della presunta “commistione tra utenze” dell’assessora c’è il fatto che l’orario delle lezioni del CPIA non si sovrappone nemmeno con quello del liceo Carducci che termina anch’esso le sue lezioni alle 14. Le Perodi possono ben ospitare al mattino le classi del liceo Carducci e nel pomeriggio quelle del CPIA. Perché non si è pensato a questa soluzione?
Ci aspettiamo che Comune e Provincia procedano rapidamente a formulare e sottoscrivere una convenzione per utilizzare nel modo più efficiente lo spazio già della scuola dell’infanzia Perodi: in gioco è il diritto allo studio che tutti gli enti in sinergia devono garantire.
Una città in comune