Sono innumerevoli i progetti edilizi ideati dall’amministrazione Filippeschi: dal nuovo porto di Marina di Pisa, che ha deturpato un bene paesistico unico, ai progetti speculativi sull’area del Santa Chiara.
Alla solerzia con cui la Giunta fin qui si è mossa in campo edilizio, corrisponde un’assenza di progettualità nella valorizzazione del patrimonio culturale della città. Da un anno la Biblioteca Universitaria di Pisa è chiusa e della sorte dei libri nessuno sembra curarsi. Sindaco e amministratori hanno assistito alla chiusura come spettatori distaccati e nel frattempo la nuova Biblioteca Comunale è stata inaugurata in spazi che già ora non permettono un ampliamento del patrimonio librario.
Nel silenzio-assenso del Comune, in centro storico è già cominciata la svendita di palazzi storici, dal Complesso delle Benedettine sul Lungarno Sonnino all’Ospedale dei Trovatelli in via Santa Maria. Troppi sono gli edifici di interesse storico-artistico chiusi, primo passo verso la loro dismissione. Solo grazie a un’azione di riappropriazione dal basso, lo storico Teatro Rossi è stato finalmente riaperto, dopo anni di indifferenza da parte dell’amministrazione.
La Piazza del Duomo non è l’unico centro di interesse artistico di questa città, dotata di un patrimonio diffuso e troppo poco conosciuto. Ma questa amministrazione nulla ha fatto per valorizzare tale enorme ricchezza, alimentando esclusivamente un turismo mordi e fuggi. Quali strumenti sono stati ideati per promuovere il Museo di San Matteo ed il meraviglioso Polittico di Simone Martini qui conservato? Lo stesso Centro d’arte contemporanea (SMS), creato da questa stessa Giunta, è quasi sempre vuoto e inutilizzato.
“una città in comune” propone un radicale cambiamento di rotta nelle politiche culturali per Pisa. Come dice la nostra Costituzione, le opere e i monumenti, il paesaggio, la musica, il cinema, il teatro costituiscono un patrimonio di tutti e producono cultura e cittadinanza, ancor prima che denaro.