Il tracollo della Società della Salute, il taglio dei servizi e le responsabilità politiche tanto del centrodestra quanto del centrosinistra sono, alla luce degli att, sempre più macroscopici.
Solo due mesi fa avevamo denunciato nel silenzio assoluto di tutte le forze politiche l’emergenza del bilancio della SdS e avevamo chiamato in causa con diversi ordini del giorno i Comuni soci del consorzio pubblico, a partire ovviamente da quello di Pisa, affinché provvedessero ad incrementare le risorse per la gestione dei servizi sociosanitari. Una richiesta, lo ricordiamo, formulata nelle relazioni della Direzione Sds e del Collegio dei Revisori sin dal Dicembre del 2024 con l’individuazione di 34 euro a persona come quotcapitaria, in accompagnamento al bilancio di previsione 2024. Alla luce di questo indirizzo amministrativo concorde e univoco abbiamo chiesto a gran voce un’assunzione di responsabilità da parte dei soci, pena il crollo dei servizi territoriali.
Una richiesta così netta è data dalla constatazione che la necessità di maggiori risorse è un dato strutturale, dettato dall’aumento dei bisogni; per questo ad esempio, è definito esponenziale l’incremento della domanda di assistenza specialistica per l’integrazione scolastica, il servizio che prevede il supporto qualificato all’allievo/ a disabile o in stato di svantaggio oppure quello relativo alle strutture residenziali per minori, costi non preventivabili perchè spesso gli inserimenti sono disposti dai Tribunali .
Sulla base di questi dati allarmanti nella seduta della commissione consiliare del 19 giugno, abbiamo ascoltato le dichiarazioni della nuova Direttrice, la dottoressa Laddaga, insediatasi a febbraio 2024, e quindi dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci del bilancio di previsione.
La dottoressa Laddaga, ammettendo i propri limiti relativi all’insediamento recente e alla competenza in fatto di contabilità, ha escluso categoricamente l’applicazione di tagli lineari per garantire la sostenibilità del bilancio e si è riservata di fornire informazioni più certe circa il disavanzo reale. Infatti ad oggi in maniera del tutto anomala e non spiegabile ancora la Sds non ha approvato il bilancio consuntivo e la perdita si aggira, secondo i dati riferiti in commissione sul 1 milione e 400 euro, con la speranza ha detto la Direttrice di ridurla a 800-900 mila euro
Ma purtroppo e incredibilmente la realtà è diversa da quella descritta in Commissione dalla dottoressa Laddaga. Infatti i tagli lineari decisi dalla Assemblea dei soci in occasione dell’approvazione del bilancio preventivo, ovvero dai Comuni, ci sono stati eccome e sono stati già applicati. A metterlo per iscritto, allegando i tagli dei budget, è la precedente Direttrice della Società della Salute. Infatti in una nota di precisazioni inviata alla commissione consiliare il 12 luglio, la dott.ssa Ghilli ha ricordato che per evitare una possibile perdita di esercizio aveva indicato quale soluzione l’aumento progressivo della quota capitaria da parte dei comuni fino a raggiungere per step i 34 euro pro capite. Purtroppo, questa proposta non è stata accolta dagli organi di Governo e l’Assemblea dei Sindaci ha deliberato in via definitiva scegliendo di operare con un taglio lineare del 10% di tutti i servizi tagliabili: i contributi alle persone vulnerabili ( anziani, disabili, povertà e minori) e tutti i servizi dati in affidamento.
Oltre tutto, gli organi di Governo sapevano da tempo di questa situazione di crisi del bilancio e della necessità di aumentare la quota capitaria evidenzia nella nota la ex- Direttrice, perché questa situazione è stata formalmente comunicata dal 2021 come scritto negli atti depositati.
Nonostante questo, in attesa di prendere visione del bilancio consuntivo, ad oggi ancora non pervenuto, saremo davanti a un buco che dovrebbe riguarda un disavanzo di un milione di euro.
Ecco qua: in sordina e senza mai contemplare nessun’altra misura, tutti i comuni governati da centrodestra e centrosinistra hanno scelto di non perseguire la strada del potenziamento delle risorse ma in modo bipartisan hanno tagliato i servizi.
E ora, Amministratori della Zona Pisana? Come la mettiamo con il prossimo buco di bilancio? Come la mettiamo con la compatibilità tra le scelte draconiane e le promesse elettorali?
Tutto questo è avvenuto nel silenzio collettivo: anche la comunità e la società civile sono distanti dalle scelte della società della salute: eppure è nata esattamente per il contrario e invece di avvicinare il governo dei cittadini alle scelte sulle politiche sociali, sta diventando sempre più un apparato, che in silenzio taglia i servizi e porta alla bancarotta.
Questo è avvenuto perché per anni i Comuni della zona hanno previsto una quota capitaria ( la quota per abitante versata alla sds per il finanziamento dei servizi sociosanitari) tra le più basse sul territorio regionale e perché oramai tutti ci siamo abituati ad un welfare che piano piano sparisce sotto i nostri occhi, senza che nessuno si metta a protestare contro i rituali tagli lineari.
Direzione della Sds e Revisori sono stati molto chiari: così non si regge, e nelle relazioni hanno dato l’ultimatum. E’ necessario aumentare la contribuzione dei Comuni. Questo è stato chiesto ripetutamente da noi in Consiglio Comunale, a una maggioranza di destra che non perde mai l’occasione di fare propaganda della sua carità pelosa, attuata attraverso i bonus distribuiti a pioggia.
Meglio i voucher dei servizi: nel silenzio colpevole di sindaco ed assessora, la nostra proposta di un aumento della quota capitaria fino ad arrivare ai 34 euro richiesti dalla Sds, è stata rigettata.
Allora è bene che la comunità ricordi chiaramente che al di là della propaganda del welfare della carità, questa giunta sta togliendo diritti e sta dando il colpo di grazia al già fragile servizio pubblico: noi non ci fermeremo e chiederemo sempre, costantemente, di rimettere al centro i diritti finanziando i servizi fondamentali per la dignità di tutte e tutti.