Solidarietà agli attivisti anti-sfratti. Il Comune di Pisa faccia scelte giuste

A Pisa l’emergenza abitativa è una realtà che si tocca con mano, drammaticamente, ogni giorno di più. Soltanto nel prossimo mese sono già state annunciate decine di sfratti per morosità incolpevole: altre famiglie rischiano di finire senza un tetto, perché chi lavorava ha perso il posto o guadagna troppo poco per poter reggere il costo degli affitti sul mercato privato, dove due stanze più servizi anche in periferia vengono ormai affittate a più di 600-650 euro al mese. Come noi in lotta contro questa emergenza, quattro attivisti del Progetto Prendocasa sono stati recentemente denunciati per violenza e resistenza a pubblico ufficiale dopo un presidio anti-sfratto in via Cammeo, risalente allo scorso 5 settembre. In quella occasione, come in molte altre in questi mesi, gli attivisti e le famiglie di altri sfrattati hanno impedito che con l’uso della forza pubblica uomini, donne e bambini finissero per strada, senza un alloggio degno di questo nome.

Atto d’ufficio o meno, queste denunce mandano messaggi inquietanti: essere attivamente solidali con chi, dopo il lavoro perde anche la casa, è un crimine; ciascuno deve affrontare il disagio sociale in solitudine, avendo paura di alzare la testa e rivendicare i propri diritti. Una società che affronta in questo modo, come problemi di ordine pubblico, le crisi sociali non ha futuro. Per questo esprimiamo tutta la nostra vicinanza alle famiglie sotto sfratto e agli attivisti denunciati: l’unica resistenza di cui sono responsabili è quella contro l’inciviltà del nostro tempo, di considerare un bisogno fondamentale come la casa alla stregua di una merce, di cui qualcuno può essere privato se non ha i soldi per permettersela.

Quella per il diritto all’abitare è una battaglia di civiltà, che noi vogliamo combattere fino in fondo. Partecipando e facendo partecipare ai presidi anti-sfratto. Sostenendo le rivendicazioni e il lavoro dei sindacati degli inquilini. E spingendo il Comune di Pisa a fare le scelte giuste per affrontare l’emergenza abitativa: assegnare immediatamente in auto-recupero i più di 120 alloggi popolari vuoti; utilizzare il proprio patrimonio immobiliare non per arricchire speculatori locali e stranieri, ma per rispondere al bisogno di casa dei cittadini; fare funzionare l’Agenzia Casa, proponendo ai proprietari degli alloggi su cui pendono sfratti di rinegoziare i canoni di locazione in modo da renderli sostenibili, e facendosi garante del loro regolare pagamento; chiedere al Prefetto di promuovere una generale moratoria degli sfratti per morosità incolpevole e di non autorizzare più l’uso della forza pubblica nella loro esecuzione.

Rifondazione Comunista
una città in comune

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