Un nuovo regolamento comunale per la gestione degli spazi della Stazione Leopolda di Pisa. Ci stanno lavorando gli uffici comunali in queste settimane, nel più totale silenzio e senza alcun confronto né con le articolazioni consiliari, né con le associazioni, né con la cittadinanza.
A seguito di un nostro accesso agli atti abbiamo così verificato questo ulteriore passaggio che la Giunta Conti sta portando avanti per l’utilizzo dell’importantissimo spazio cittadino che intanto a giungo è stato chiuso ed è ad oggi inutilizzabile.
Siamo di fronte, anche questa volta, ad un modello di governo della cosa pubblica da parte della destra inaccettabile: autoritario e per nulla trasparente.
La Stazione Leopolda è uno spazio della città, ed è indispensabile, quindi, un confronto pubblico da parte della amministrazione comunale sull’ ipotesi di un nuovo regolamento per l’uso dell’immobile, sul modello di gestione dello stesso, nonché sui costi e le tariffe
Per noi questo luogo non è un condominio da cui trarre profitto, ma un laboratorio per l’autogestione sociale e culturale aperto a tutte e tutti, a partire dal quartiere in cui si trova.
La Giunta Conti deve anche chiarire quali sono i passaggi che intende seguire, quale sia la relazione tra questo nuovo regolamento e l’intenzione di trasferire il bene alla Patrimonio Pisa srl e il ruolo di quest’ultima. Da parte nostra abbiamo chiesto urgentemente copia della bozza del regolamento e che venga illustrato nella commissione consiliare competente. La Leopolda deve essere un patrimonio pubblico realmente a disposizione della comunità, superando le distorsioni legate al bando precedente che hanno aperto la strada alla operazione di desertificazione realizzata dalla destra.
E’ necessaria sempre più una grande vertenza pubblica, trasparente e forte contro la gestione privatistica degli spazi pubblici che la Giunta Conti sta portando avanti. Non si tratta, infatti, solo della Stazione Leopolda ma anche degli Arsenali Repubblicani, del parco della Cittadella ,dei Vecchi Macelli e delle Ex-Stallette. Su quest’ultima da mesi denunciamo una vera e propria operazione di svendita, confermata nella delibera di Giunta approvata negli scorsi giorni per inserire il bene nel piano delle alienazioni.
La cosa più grave riguardo il tentativo di svendita delle ex-Stallette è la motivazione con cui la destra giustifica questa scelta politica: non si è in grado e non si vuol gestire lo spazio, confermando l’assenza di qualsiasi progettualità per quella parte strategica di città. La Giunta tratta e parla di questo luogo come di un peso e non di una risorsa, cosa semplicemente vergognosa. Non solo. Gravissima è la corresponsabilità del Comune nell’aver allontano da Pisa le decine di lavoratori e lavoratrici dell’azienda Doghead (produzioni di animazione digitale commissionate da Zerocalcare, Ray Play, Prime Video, etc.) procurando alla città la perdita di un pezzo importante delle produzioni culturali e dell’economia ad esse connesse.
E così ci si prepara ad una nuova operazione immobiliare con la Scuola Superiore Sant’Anna che ha mostrato interesse. Da qui l’avvio delle operazioni preliminari con l’incarico ad una società privata della stima dell’immobile, quantificata in 2 milioni e 600 mila euro: una vera propria svendita visto che i soldi pubblici spesi per recuperare tale preziosissimo ed insostituibile bene cittadino (tramite il progetto PIUSS) sono stati molti di più di quelli che adesso si intende incamerare. Ad oggi oltretutto non è chiaro per quali attività la Scuola Sant’Anna intenda utilizzare l’immobile.
Come ribadiamo da mesi, questa vicenda parla del modello di città che si vuole disegnare per il futuro. Se è indubbio che questo spazio è sempre stato sottoutilizzato e non ne sono state sfruttate appieno tutte le potenzialità per responsabilità del centrosinistra prima e del centrodestra poi, è anche evidente che occorre partire dall’esperienza delle decine e decine di persone che vi hanno lavorato nel campo della produzione di cartoni animati, trasferendosi nella nostra città per rilanciare un’eccellenza nella produzione culturale, e non disperderla desertificando ulteriormente la città.
Per questo ribadiamo con forza la nostra assoluta contrarietà alla vendita delle Ex-Stallette rilanciando invece la proposta di un’azione pubblica che abbia il suo motore nel Comune di Pisa che, interloquendo con la Regione Toscana e il Ministero della Cultura, possa rilanciare un uso dello spazio a partire da chi vi ha già ha lavorato mantenendo l’immobile nella disponibilità pubblica senza svenderlo.
Una città in comune