“L’obbedienza non è più una virtù”. Lo insegnava Don Milani ai suoi studenti per costruire una scuola capace di far crescere i ragazzi e le ragazze dentro quell’idea di scuola pubblica che la nostra Costituzione sancisce all’articolo 34. Purtroppo questi insegnamenti vengono dimenticati da molti dentro il clima sempre più autoritario che il Governo Renzi, riprendendo le politiche di Berlusconi, sta alimentando nel paese anche con la riforma della “cattiva scuola”.
Riteniamo molto grave ed ingiustificabile la decisione di sospendere diverse decine di studenti nelle scuole pisane che negli scorsi giorni hanno deciso con un atto di disobbedienza civile, critico e consapevole, di boicottate i test Invalsi.
Simili provvedimenti sono degni di uno stato antidemocratico. Questa azione repressiva è un ulteriore tassello di quella autoritaria di scuola che il Governo sta facendo passare nelle aule del Parlamento in queste ore nonostante la mobilitazione di migliaia di studenti, insegnanti e genitori.
L’unica cosa che il Preside dell’istituto dove sono state inflitte queste “punizioni” nei confronti di studenti, colpevoli solo di esercitare il loro sacrosanto diritto di critica, è ritirare subito questi provvedimenti e aprire le aule al confronto su questi temi.
Risulta infine pretestuoso e quasi comico che gli studenti siano stati accusati di danno a proprietà pubblica per aver cancellato il codice identificativo del test. L’unico danno lo stanno facendo coloro che con tagli e riforme classiste stanno distruggendo la scuola pubblica nel nostro paese.
Ciccio Auletta e Marco Ricci, Una città in comune-Prc
Andrea Corti e Tiziana Nadalutti, Lista SI – Toscana a Sinistra