A Pisa, in base al piano di gestione finanziaria presentato dalla Giunta, il costo del servizio (che comprende lo spazzamento stradale) è di circa 24 milioni di euro che, in base alla legislazione vigente, dovranno essere coperti interamente dalla TARI. A fronte di questa cifra, per l’impatto che avrà la tassa sui cittadini, volevamo capire le proposte dell’Amministrazione nel dettaglio: invece, ci sono state fornite solo cifre complessive che non danno la possibilità di confrontare le singole voci di costo: nonostante le nostre ripetute richieste non abbiamo avuto risposte da parte della Giunta.
Purtroppo, come già in altri momenti, non possiamo fare a meno di rilevare un serio problema di metodo nel lavoro della Giunta. Comunque, una cosa è fondamentale: le scelte in sede di pianificazione del servizio a livello comunale sono determinanti per definire il costo finale, e su questo diciamo chiaramente che non condividiamo la strategia della Giunta Filippeschi e della sua maggioranza. In primo luogo si prosegue con un sistema misto – isole ecologiche mobili, porta a porta e cassonetti interrati – che, oltre ad essere inefficiente, è anche il sistema più costoso.
Noi riteniamo che occorra fare una scelta chiara e netta sul porta a porta in tutta la città, con adeguati investimenti iniziali che poi portano ad una riduzione dei costi e ad un servizio più efficiente. Invece la Giunta ha deciso di puntare sui cassonetti interrati per tutto il centro storico, con una spesa di oltre 1 milione e 300 mila euro. Una scelta sbagliata che pesa sui cittadini e che, a differenza del porta a porta, non darà alcun vantaggio sulle tariffe nel tempo.
Infatti, Pisa è da anni, già dal primo mandato Filippeschi, gravemente al di sotto degli standard previsti dalla legge per la raccolta differenziata: questo inciderà sulle tasche dei cittadini pisani perché comporta una penalità di 1 milione di euro di eco-tassa (più del 4% dei 24 milioni previsti nel piano finanziario). A tutto ciò si aggiunge che tra i costi del servizio (raccolta e smaltimento) sono celate le spese per la gestione e l’ammortamento dell’inceneritore di Ospedaletto: un vero e proprio buco nero, che ha una perdita di oltre 3 milioni di euro all’anno… E cosa si vuole fare? Si pensa ad un revamping, una revisione e ammodernamento dell’impianto con ulteriori costi che andranno a ricadere anche questi sulle tariffe senza che venga fatta una discussione pubblica sul mantenimento o meno dell’inceneritore. A nostro avviso è opportuno avviare un percorso che miri alla chiusura della struttura anche per superare gli impatti ambientali e sanitari di questi impianti.
Giovedì al Consiglio Comunale presenteremo degli atti per chiedere l’immediata sospensione della realizzazione dei cassonetti interrati, e un adeguato investimento per uno spinto porta a porta in tutta la città. Un porta a porta che servirà ad investire sul lavoro, che deve prevedere pari trattamento contrattuale anche per i lavoratori delle ditte in appalto, e a non sprecare soldi in costi inutili come quelli dovuti per l’eco-tassa, i cassonetti interrati e le perdite dell’inceneritore.
Una città in comune
Partito della Rifondazione comunista