Sul Teatro Rossi si continua a giocare a nascondino.
In seguito al nostro question time discusso a inizio dicembre, nei giorni scorsi è arrivata la risposta del Demanio al Comune di Pisa.
Con il nostro quesito abbiamo chiesto il nome della Fondazione che investirà 2,7 milioni insieme alla GDS ARts Management di Guglielmo De Stasio (che ne dovrebbe mettere 2,5) per il recupero del Teatro, in seguito all’affidamento in concessione per 30 anni dopo la manifestazione di interesse dei mesi scorsi.
Ancora una volta però mancano chiarezza e trasparenza. Il Demanio infatti non risponde in alcun modo al quesito da noi posto e si limita a comunicare che entro il mese di gennaio sarà stipulato l’atto di concessione, lasciando così facilmente intuire che in tutti questi mesi non è stato ancora pagato il canone di affitto. Il nome della Fondazione continua a rimanere un segreto.
Tutto questo è inaccettabile, e troppe domande restano ancora senza risposta.
Perché non si vuole fare chiarezza sugli investitori di questa operazione? Perchè l’agenzia del Demanio non risponde al quesito? E com’è possibile che la stessa Gds Arts Management non renda noto il nome della Fondazione a cui si appoggerà?
Denunciamo anche l’atteggiamento ancora assolutamente passivo del Comune di Pisa, che si accontenta di queste non-risposte e si muove per acquisire informazioni solo in seguito alle nostre interrogazioni.
Continuiamo a chiedere trasparenza sul futuro di questo spazio e che venga reso pubblico il nome della Fondazione, se esiste.
Noi sicuramente non ci arrenderemo, e siamo pronti a fare un nuovo accesso agli atti se i nomi degli attori coinvolti nella vicenda non saranno resi noti prima dell’atto di concessione.
Ilaria Distante