Fuori i nomi!!
A distanza di mesi resta inspiegabilmente ed ingiustificabilmente segreto il nome della Fondazione che dovrebbe investire 2,7 milioni di euro sul Teatro Rossi. Nelle scorse settimane, per cercare di fare trasparenza su questa operazione, abbiamo depositato un question time in consiglio comunale dopo che nel mese di settembre avevamo portato l’argomento in Terza Commissione dove l’assessore Bedini dichiarò di non essere informato al riguardo. A distanza di 3 mesi l’assessore ha risposto dicendo che il Comune ai primi dicembre, a seguito del nostro question time, ha scritto tramite un proprio dirigente alle politiche culturali alla Agenzia del Demanio per sapere quale soggetto comparteciperà con la GDS ARts Management di Guglielmo De Stasio alla gestione del Teatro, concessa per 30 anni. Ad oggi non è arrivata ancora una risposta.
Ricordiamo, infatti, che in base al piano depositato dalla società di De Stasio all’Agenzia del Demanio, sulla base del quale è stata data la concessione, per il recupero dell’immobile si prevede un investimento di 5 milioni e 125 mila euro, di cui 2 milioni 450 mila dovrebbero provenire dai “mezzi propri” della società di De Stasio che, ricordiamo, ha un unico dipendente e manca della capacità economica per far fronte a questo impegno, con lo stesso De Stasio che ha dichiarato di agire per conto di altri.
I restanti 2 milioni e 700 mila euro circa dovrebbero provenire dai contributi di “terzi”, che però non sono mai menzionati. Nel piano si legge testualmente: “sono stati inoltre avviati contatti – giunti già a uno stato molto avanzato – con una Fondazione che ha come scopo il sostegno e il recupero dei Teatri sostenendone l’attività”.
Come è possibile che ad oltre 6 mesi dall’assegnazione definitiva non sia nota l’identità di questo soggetto? E come è possibile che la stessa Gds Arts Management non la renda nota? E come è possibile che al Comune ancora una volta tutto ciò non interessa, e che si muova per acquisire informazioni solo dietro le nostre interrogazioni?
Ci chiediamo come sia possibile affidare un bene come il Teatro Rossi senza sapere chi contribuirà al 50% dell’investimento per il recupero, e senza che agli atti vi sia alcun accordo scritto tra la società di De Stasio e questa fantomatica Fondazione. In parole povere, senza che vi sia alcuna garanzia sulla solidità economico-finanziaria dell’intero progetto.
Ricordiamo che il Teatro Rossi, dopo anni di abbandono, è stato restituito alla sua funzione sociale da un gruppo di cittadine/i e artisti/e dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2021, quando fu sgomberato dalla forza pubblica. Da quasi tre anni il teatro è chiuso e disperso il patrimonio di attività che hanno animato la vita culturale della città per nove anni, senza che i vari enti pubblici che ne sono responsabili si siano attivati per una sua riapertura.
Pretendiamo trasparenza sul futuro di questo spazio e che sia reso pubblico il nome di questa Fondazione, se esiste.