Un eritreo testimonial di Auletta

Il Tirreno, pagina VIII
Un erîtreo testimonial di Auletta
Nato a Roma, ma senza diritto di voto, arriva in canotto per sostenere il candidato della sinistra
di Carlo Venturini
Lo sbarco con il canotto è avvenuto davanti alla sede della Prefettura. «Vogliamo una città che sia casa per tutte e per tutti – dicono quelli della lista Una città in comune -, dove il riconoscimento è quello della presenza e della relazione, non quello della residenza, e dove l’esistenza è quella della persona in carne ed ossa, non quella del titolo di soggiorno». Il candidato sindaco aggiunge: «Ci vuole un nuovo diritto di cittadinanza che contempli e rivendichi come essenziale il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli dei migranti, alla seconda generazione che nasce, si forma e si arricchisce culturalmente nel nostro Paese. Serve uno ius vivendi, ovvero la garanzia e la salvaguardia dei diritti fondamentali per chi arriva nel nostro Paese, spesso attraversando i Cie, spesso in clandestinità, in fuga dai conflitti e con la speranza di trovare migliori condizioni di vita». Sulla sponda, ad attendere i due “migranti” visto che anche Auletta sbarcò a Pisa da Catania 15 anni fa, c’erano pure Maurizio Bini di Rifondazione Comunista e Sergio Bontempelli di Africa insieme. «Sono curioso – osserva Auletta – di sapere che cosa diranno i ministri Carrozza e Lupi quando verranno qui a Pisa a supportare il loro candidato. Candidato di chi? Del Pdl o del Pd? Visto che tutte le mattine Carrozza del Pd e Lupi del Pdl siedono sugli stessi scranni governativi». Gli attivisti della lista di Auletta ricordano che «il Pd e il centrosinistra nulla hanno fatto per impedire o per cambiare le derive securitarie della normativa sull’immigrazione, la Bossi-Fini, né per fermare lo smantellamento del welfare». Per tutti questi motivi la lista Una città in comune ha provocatoriamente (ma non troppo) fatto sbarcare a Pisa una persona incandidabile, nata in quel di Roma, ma che non ha diritto di voto.
«Tutti i partiti fanno sbarcare le loro “corazzate”: ministri e compagnia bella. Noi facciamo sbarcare un cittadino ineleggibile». Così Francesco Auletta, candidato sindaco sostenuto dalla la lista Una città in Comune e da Rifondazione Comunista, commenta il gesto simbolico appena scende da un canotto e mette piede sulla sabbia dello Scalo dei Renaioli. Sul canotto in Arno, a fare da contraltare alle corazzate del Pd e del Pdl, assieme ad Auletta c’era Josef Yemane Tewelde, nato a Roma da genitori eri trei, fervente militante di tante battaglie sociali e simbolo di una delle tante «ingiustizie del nostro Paese». «Tewelde, come tanti figli di migranti nati in Italia – spiega Auletta – non può votare e neppure può essere eletto. È proprio per rimettere al centro una nuova idea di partecipazione democratica che abbiamo fatto questo gesto». Auletta e gli attivisti della sua lista si sono incontrati ieri con Tewelde per «rivendicare la necessità dello sbarco sul nostro territorio di una nuova idea di cittadinanza, che sappia dare voce agli accenti e alle parole differenti delle persone che provengono dalle altre parti del mondo».

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