Secondo un’inchiesta dell’Economist i più appassionati alle lotterie in Europa sono gli italiani, che in media spendono ogni anno € 500 a testa in gratta e vinci. Questa febbre sembra aver contagiato anche gli amministratori del nostro patrimonio culturale.
Abbiamo letto, qualche giorno fa, l’invito rivolto dal sindaco Filippeschi e dall’assessore Serfogli “a tutti i pisani, e in generale agli amanti della cultura e dei monumenti”, affinché scrivano al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo per chiedere il restauro della chiesa di San Francesco. Fino al 31 maggio, infatti, tutti i cittadini possono “segnalare all’indirizzo di posta elettronica bellezza@governo.it un luogo pubblico da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività o un progetto culturale da finanziare”. Per San Francesco servirebbero 2 milioni di euro. Cosa salvare e cosa far morire del nostro patrimonio dipenderà dalla corsa a chi sarà più “smart” nel mandare mail al ministero; viene da chiedersi come mai simili metodi siano usati solo per i beni culturali, per i quali evidentemente restano solo gli spiccioli.
Così dopo aver perso i concorsi a Capitale europea e poi italiana della cultura, l’amministrazione pisana si affida all’ultima lotteria governativa per cambiare le sorti di un patrimonio in abbandono e riuscire ad aggiudicarsi parte del montepremi di € 150 milioni messo in palio dal ministro Franceschini.
Peccato che da almeno 10 anni quel complesso si trovi in condizioni allarmanti e si siano ripetuti decine di appelli, iniziative di singoli cittadini e associazioni, denunce, proposte di crowdfunding senza che né Comune né Stato, che si dividono la proprietà del complesso, si muovessero. Ci si affida ora alla lotteria quando il Comune di Pisa avrebbe potuto intervenire a suo tempo: bastava predisporre un progetto PIUSS in più, destinato al recupero e alla “valorizzazione” di San Francesco. Oppure risparmiare sui € 4 milioni spesi per la trasformazione dei ruderi degli Arsenali Repubblicani in uno spazio per cene di gala a pagamento. O, ancora, rinunciare a quegli inutili pannelli multimediali disseminati per il centro storico, costati € 1.700.000, che oggi trasmettono pubblicità che qualcuno evidentemente paga (a chi?); operazione che poco ha a che fare con la bellezza e con la cultura.
Noi ci auguriamo che San Francesco si aggiudichi una parte della lotteria telematica, ma poi si porrà il problema delle altre chiese e degli altri monumenti che necessitano di restauri urgenti e di manutenzione. Insomma, ci vorrebbe una politica culturale meno finalizzata all’immagine (oltre € 9 milioni di spesa per il camminamento sulle mura) e di più ampio respiro per guarire dalla dipendenza da gioco d’azzardo.