Una città in comune – Rifondazione Comunista sostengono la manifestazione degli studenti sull’alternanza scuola-lavoro venerdì 13 ottobre

Gli studenti medi hanno indetto a livello nazionale una mobilitazione, che si articolerà in manifestazioni cittadine in tutta Italia il prossimo venerdì 13 ottobre. I sindacati studenteschi chiedono una scuola inclusiva, che riduca le disuguaglianze, chiedono finanziamenti per gli edifici scolastici, per il funzionamento delle scuole, per alleviare il carico economico che pesa sulle famiglie meno abbienti. Mettono anche sotto accusa l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro, introdotto dalla legge 107 del 2015, detta “Buona scuola”.

Le studentesse e gli studenti denunciano esperienze non pertinenti con l’indirizzo di studi seguito o che si rivelano più lavoro gratuito che momento di formazione riducendo le loro opportunità di crescita. Il recente incidente di La Spezia, che ha coinvolto uno studente in alternanza, mette in evidenza il problema della sicurezza.

Le condizioni in cui si è realizzata finora l’alternanza hanno fatto spesso pensare che questa sia sfruttamento di manodopera a costo zero: un addestramento ad accettare condizioni di lavoro ignobili, prive dei minimi requisiti di sicurezza, di retribuzione salariale, di diritti sindacali, di dignità lavorativa. Questo mentre il tempo dedicato alle discipline scolastiche, all’istruzione, viene drasticamente ridotto. Una promozione dell’ignoranza di massa più che un’arricchimento delle possibilità formative.

Il gruppo consiliare di Una città in comune – Rifondazione Comunista, che condivide le preoccupazioni dei sindacati studenteschi, ha presentato al Consiglio comunale di Pisa una mozione per impegnare il Sindaco e la Giunta a

i) Istituire un Osservatorio per monitorare le attività di alternanza scuola lavoro proposte dalle scuole secondarie di secondo grado del comune di Pisa;

ii) Definire modalità di segnalazione, a detto Osservatorio, di anomalie o incongruenze nelle esperienze di formazione da parte degli studenti e delle studentesse in formazione o di chi esercita su di loro la potestà genitoriale;

iii) Sollecitare il Parlamento e il Governo affinché l’istituto dell’alternanza scuola lavoro sia riformato accogliendo i suggerimenti e le istanze delle studentesse e degli studenti e delle scuole coinvolti.

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