Venerdì 10 novembre – Sciopero generale

La legislatura che si sta concludendo si è contraddistinta per il profilo di sostanziale illegittimità del Parlamento, eletto con una legge dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale (il “Porcellum”) e con tentativi eversivi del Governo Renzi di introdurre una nuova legge elettorale (l’”Italicum”) bocciata anch’essa in alcune parti.

Nonostante la prima sentenza, il Parlamento è rimasto in carica e si è contraddistinto per il sostegno privo di dibattito reale agli esecutivi che si sono avvicendati, fino alla promulgazione di una riforma costituzionale sonoramente bocciata al referendum del 4 dicembre scorso.

Le dimissioni di Renzi e il varo del “nuovo” Governo Gentiloni non ha prodotto alcuna discontinuità, ma semmai un inasprimento delle politiche securitarie (ad es. la legge Minniti-Orlando istituisce un reticolo di centri di detenzione per i migranti) e portato a compimento le disastrose politiche economico-sociali neo-liberiste varate dal PD:

– smantellamento dei servizi pubblici, precarizzazione del lavoro con esternalizzazioni e sistema degli appalti (sia nel Pubblico Impiego – sanità, enti locali, partecipate – che nel privato – pulizie, manutenzione, logistica ecc.);

– inasprimento della tassazione indiretta (che colpisce prevalentemente le fasce più deboli della popolazione) e tagli alla previdenza sociale (compresa l’innalzamento dell’età pensionabile, meccanismo automatico lasciato in dote dalla legge Fornero e mai messo in discussione dl PD e dai governi Renzi e Gentiloni);

– la riforma della scuola che conferisce poteri smisurati ai presidi e gerarchizza i docenti, introduce una inedita forma di sfruttamento minorile con l’alternanza scuola-lavoro e sottopone studenti e scuole alla valutazione standardizzata delle prove INVALSI, taglia gli organici ATA e precari, sottrae agli studenti le garanzie di un diritto allo studio uguale e garantito per tutti.

Come forze politiche impegnate a garantire un’alternativa sociale e politica all’impostazione del centrosinistra e delle destre dominante in questi ultimi decenni, accogliamo con favore lo sciopero che i sindacati di base e alternativi (Cobas, Usb, CIB-Unicobas) hanno indetto, condividendone le rivendicazioni della piattaforma (contro le politiche di austerità, le esternalizzazioni e privatizzazioni dei beni e servizi pubblici, per il recupero salariale perduto in questi anni – almeno il 20%, il ripristino delle tutele contro i licenziamenti senza giusta causa, per le assunzioni e l’aumento di organici nel pubblico, per una revisione profonda delle legge 107 – della “Buona Scuola”).

 

Una Città In Comune – Rifondazione Comunista

Condividi questo articolo

Lascia un commento