In questi ultimi giorni sulla stampa cittadina sono apparse due questioni in cui è protagonista la Giunta e il Sindaco: Villa Madrè e il Casottino di Gagno; questioni apparentemente distinte ma che sono significative di come si muove chi governa la città.
Per Villa Madrè il Comune attraverso APES ha individuato senza alcun bando o altro tipo di avviso pubblico, un soggetto privato per trovare nuove soluzioni abitative. Per raggiungere questo obiettivo, è stato anche modificato il regolamento esistente ”Agenzia Casa”, in modo da poter reperire strutture di tipo anche albeghiero/ricettivo altrimenti non utilizzabili per accogliere famiglie. Tutto questo nonostante che le opposizioni, tra cui anche Una città in Comune e Rifondazione Comunista, ponessero dubbi e non condividessero quanto deciso, esprimendo in più sedi che si andava chiaramente a favorire un preciso soggetto privato. I dubbi, come abbiamo appreso anche dalla stampa, sono venuti anche al Segretario Generale del Comune di Pisa dopo che la seconda commissione di controllo lo ha chiamato a esprimere un parere sul contratto e l’utilizzo di Villa Madrè.
Per il casottino di Gagno l’amministrazione ha scelto di procedere con lo sgombero, approfittando di un momento (Ferragosto) in cui si contava in una minore partecipazione alle attività sociali. Sgombero messo in atto dopo che per alcuni mesi il comitato “Riprendiamoci Gagno” ha reso quello spazio vivo e fruibile dalla popolazione, dopo anni di inutilizzo. Spazio restituito agli stessi abitanti del quartiere attraverso una forma di partecipazione autogestita con attività rivolte agli anziani, ai ragazzi, schierandosi contro l’uso di quello spazio secondo logiche economiche e commerciali. In questo caso la Giunta ha ritenuto che si dovesse assegnare lo spazio con un bando, ignorando l’esperienza che stava maturando nel Quartiere, eludendo le aspettative provenienti dagli abitanti e da chi aveva rivitalizzato la partecipazione. Veniva addirittura predisposto un bando che impediva nei fatti la partecipazione del Comitato di Gagno. Il Casottino è adesso, sulla “carta”, in gestione a un raggruppamento temporaneo di associazioni “Fare spazio ai Giovani” e Arcadia, in cui evidentemente ci sono sensibilità più affini all’amministrazione rispetto a quelle del comitato. Al momento nessuna reale mediazione, sbandierata un po’ di tempo fa dall’assessore Danti, è stata effettivamente praticata e anzi i fatti di questi giorni hanno dimostrato le reali volontà della Giunta.
E’ ipocrita che alcuni esponenti dei partiti di maggioranza si facciano paladini a parole di una partecipazione dal basso e auspichino l’individuazione di spazi per i cittadini nei quartieri, quando in realtà un’esperienza consolidata, riconosciuta e condivisa da tanta parte del quartiere di Gagno viene affossata con la forza. Rifondazione Comunista e Una Città in Comune hanno espresso più volte la necessità e richiesto, nelle sedi istituzionali, che avvenga un confronto aperto con le associazioni di promozione sociale, volontariato, con i comitati spontanei dei quartieri, sul tema degli spazi sociali in città. La richiesta è a tutt’oggi disattesa e, come vediamo, si preferisce agire di imperio.