XXI Rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente: Pisa in caduta libera

Secondo la classifica di Ecosistema Urbano recentemente pubblicata da Legambiente e il Sole 24 Ore, la città di Pisa precipita dalle prime posizioni occupate gli scorsi anni verso posizioni decisamente meno lusinghiere. Ma se è vero che le classifiche non sono importanti e che non ci interessa la competizione tra città, quello che ci interessa è il perché di questa caduta libera alla 43° posizione.
Come ha spiegato Legambiente Pisa commentando il rapporto, l’associazione ambientalista quest’anno ha scelto di cambiare gli indicatori in modo da descrivere non tanto la situazione ambientale (utilizzando i cosiddetti “indicatori di stato ambientale”) quanto l’adeguatezza e l’efficacia delle politiche ambientali messe in atto dalla pubblica amministrazione (i cosiddetti indicatori di risposta). Ecco che così, ad esempio, non si considera più il verde totale – in cui Pisa primeggiava grazie alle tenute di San Rossore e di Tombolo e Coltano del Parco MSRM – ma il verde fruibile presente in città, frutto delle scelte urbanistiche odierne, in cui Pisa è al 61° posto. L’altra tendenza che si registra è che Pisa, a differenza di molte altre città, è ferma, non migliora i suoi parametri ambientali. Anche laddove infatti, si scontano situazioni di partenza solo in parte imputabili all’Amministrazione (elevato pendolarismo, comportamenti dei cittadini, reti idriche vetuste), non si registrano passi in avanti: produzione di rifiuti (98°),  raccolta differenziata (66°), perdite idriche dell’acquedotto (57°), e anche il pericolo legato al traffico cittadino (101° per incidenti mortali!!!) sono in stallo o addirittura in peggioramento. Inoltre alcuni di questi indicatori misurano la quantità, ma non tengono conto della qualità: basti pensare alle piste ciclabili, che in alcuni casi sono chiamate tali ma di fatto non lo sono o sono pericolosissime.
Dati oggettivi, quindi, che chiamano pesantemente in causa le scelte politiche fatte in questi anni, e non consentono più di disegnare una città amica dell’ambiente che non esiste. Questo rapporto infatti, ci restituisce una città molto lontana dall’eccellenza che ci viene spesso raccontata, una città che a differenza delle buone intenzioni, non è sostenibile nei fatti e che, ancor più grave, non ha un piano per il futuro.

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