Marzo 2023 - 10 anni di Una città in comune

Ecco cosa scrivevamo a inizi marzo 2023, alla vigilia del festeggiamento per i 10 anni di Una città in comune

UNA CITTÀ IN COMUNE: DIECI ANNI VISSUTI (MOLTO) PERICOLOSAMENTE MA (MOLTO) FELICEMENTE

All’inizio fu una sfida bislacca, improbabile: riunire alla Limonaia tante e tanti che negli anni avevano fatto di tutto, e negli ambiti più diversi, per la giustizia sociale, per l’ambiente, per la pace, per i diritti. E capire se potevano trasformare questo lungo lavorìo in rappresentanza politica. Dare voce cioè all’interno del Comune alle tante vertenze, sensibilità, aspettative che negli anni avevano incontrato, sostenuto, animato. E ovviamente, per cambiare a fondo la città: facendola diventare sostenibile, vivibile, accogliente, giusta e operatrice di giustizia, rispettosa, carica di futuro.

A dispetto delle tante difficoltà, la sfida divenne realtà: una lista di cittadinanza aperta a 360 gradi, saldamente e chiaramente collocata dentro i valori e gli obiettivi della sinistra, concentrata non sugli slogan o sulle alchimie partitiche bensì al contrario sui contenuti: “che fare”, “quali concreti interessi difendere”, “quali proposte avanzare”, “quale futuro dare alla città”.

In dieci anni il piccolo battello corsaro senza riferimenti nazionali, senza ricchi e interessati finanziatori, senza accomodamenti utili a conquistarsi fettine di potere, ha navigato a volte faticosamente, per lo più in acque ostili, ma sempre tenacemente, con coerenza, in modo persino intrepido. Proprio grazie a questa navigazione tenace e a dispetto della scarsità di mezzi, il battello corsaro ha conquistato visibilità e consensi, è divenuto punto di riferimento per vertenze e gruppi, ha imposto visioni alternative su una miriade di questioni dove il messaggio unanime del centrodestra e del centrosinistra era quello dell’adeguamento passivo all’esistente, ai poteri forti, a scorciatoie apparentemente scontate ma alla fine inique o devastanti.

Una città in comune, il piccolo battello, è ancora e sempre una piccola realtà, ma oggi come al momento della sua nascita nutre grandi, anzi smisurate, ambizioni: perché Pisa e coloro che la abitano meritano molto di più di quel che hanno ora e di quel che hanno avuto negli ultimi decenni, perché il degrado ambientale non può aspettare come non possono aspettare le ingiustizie – materiali e simboliche – che sempre più affliggono la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini del pianeta.

Il nostro navigare – lo abbiamo già detto – è stato un navigare faticoso, in acque spesso (molto) ostili, in molti momenti con poche forze. Ma è stato anche un navigare felice: una comunità di donne e uomini di tutte le età e di tutte le provenienze convinta di aver trovato un luogo in cui le proprie aspirazioni e le proprie speranze in un modo migliore potessero essere condivise, comunicate ad altri, fatte divenire azione politica quotidiana, cambiamento.

Dieci anni sono pochi e sono tanti. Una volta, non tanti anni fa, in politica dieci anni erano pochissimi. Oggi in dieci anni può cambiare tutto. Per noi sono tanti e pochi allo stesso tempo.
Sono tanti per le tantissime cose fatte, per l’esperienza accumulata, per la percezione di un’avventura che non è stata un fuoco di paglia, ma una cosa importante per la città e anche oltre le mura della città, in Toscana e forse anche in Italia.
Sono pochi a causa dell’impazienza, del senso di urgenza rispetto alle tante cose incompiute, delle tante vertenze da seguire, dei tanti progetti da far conoscere e da far vincere, della città (necessariamente) da cambiare da cima a fondo.

Dieci anni di Una città in comune: un compleanno in bilico tra felicità e impazienza, con un senso di gratitudine grande per chi è stat* protagonista di questa storia e per tutt* coloro che vi si avvicineranno.

Qualcosa in più su di noi

Una forza giovane dalle radici solide e multiformi …

Una città in comune è nata alla vigilia delle elezioni amministrative del 2013 per portare in consiglio comunale le idee e le proposte di chi ha sempre sognato una Pisa partecipata, capace di solidarietà, attiva nel difendere i diritti, dalla parte dei più deboli, ambientalmente sostenibile. Otto anni vissuti pericolosamente ma con passione e determinazione instancabili. La prima scommessa fu quella di mettere sotto uno stesso tetto e far cooperare esperienze molto diverse: ambientaliste, di cooperazione internazionale, sindacali, di solidarietà con i migranti, femministe, di cittadinanza attiva, universitarie, giovanili. Fu proprio questa convergenza che garanti allora e garantisce oggi l’efficacia dell’azione della lista e il suo radicamento nella vita cittadina.

… una varietà di vertenze

Una città in comune ha portato in consiglio comunale – e ha reso maggiormente visibili – una formidabile quantità di vertenze di ogni genere sorte a Pisa ma anche fuori città. Vertenze del lavoro per la difesa del posto, contro la precarizzazione, contro le dismissioni, per il rispetto dei contratti e per la qualità del lavoro. Vertenze ambientali per una mobilità più sicura, meno caotica inquinante, contro la cementificazione, contro le discariche abusive di sostanze tossiche, contro edificazioni invadenti, fatte o previste spesso in aperto spregio delle normative urbanistiche. Vertenze per il rispetto della libertà di culto, per la salute e i servizi sanitari, per il diritto all’abitare. Vertenze per il diritto allo studio, per l’edilizia scolastica, per la difesa di luoghi di cultura e aggregazione come le biblioteche, e per molto altro ancora. Con la coalizione Diritti in Comune abbiamo portato alla luce questioni come il cancro delle fideiussioni tossiche e l’assurda scelta del Pisamover. Nonostante una gestione sempre più al limite della legalità del funzionamento del Comune da parte di Giunta e Sindaco, abbiamo denunciato le irregolarità e non abbiamo mai smesso di batterci in consiglio comunale per difendere i diritti dei più deboli. Abbiamo provato a mantenere vivi i sentimenti di una città accogliente e solidale, chiedendo con forza verità per Giulio Regeni, promuovendo e ottenendo la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki e l’intitolazione di un presidio sanitario a Teresa Sarti e Gino Strada.

… e, soprattutto, un progetto di città!

Ma la vocazione di Una città in comune non è mai stata quella di stare all’opposizione, di limitarci alla denuncia e alla difesa di interessi parziali: siamo nati per cambiare la città e per farlo governandola. Per questo i programmi elettorali del 2013 e del 2018 sono stati ampi, ambiziosi e di grande dettaglio; per questo ad ogni discussione del bilancio comunale, a fine anno, abbiamo sempre presentato un gran numero di osservazioni e di proposte alternative fino alle 100 del 2021. Non ci siamo limitati a bocciare i progetti della maggioranza che ci trovavano contrari, ma abbiamo sempre avanzato un gran numero di proposte e controproposte concrete, spesso insieme ad una rete di associazioni, comitati di quartiere, movimenti e forze sindacali, convinti che la strada per la giustizia sociale e ambientale sia raggiungibile attraverso percorsi partecipativi.

Pisa, Dicembre 2021

La nascita

Quello che segue è il testo dell’appello di lancio dell’assemblea del 22 marzo 2013 che ha dato il via alla nascita della lista e del progetto politico “Una Città in Comune”.

—————————————————————————————————————–

Abbiamo un problema in “comune”
Il futuro della città riparte da tutte e tutti

cittaincomune_forumPisa non è un’isola felice. Chi vive e lavora nella nostra città si rende conto del lento, ma inesorabile abbandono delle politiche sociali, culturali e ambientali da parte dell’attuale Amministrazione comunale. A questo si sommano la crisi dell’occupazione e la precarietà del lavoro. Né è possibile chiudere gli occhi davanti alla riduzione dei servizi, il frutto più amaro di quelle politiche di austerità introdotte in Europa e in Italia per salvare banche e speculazione finanziaria, che producono l’impoverimento di un numero sempre maggiore di cittadine e cittadini.

Questo scenario genera sfiducia, malessere, incertezza, paura – una dinamica che indebolisce sempre di più il tessuto urbano e contribuisce a peggiorare la qualità della vita. Non aiuta una politica amministrativa sempre più chiusa in se stessa, stretta fra paranoie securitarie e la ricerca di alleanze con i poteri forti, sorda all’ascolto dei bisogni diffusi, della sofferenza, ma anche dei tanti fermenti economici, sociali e culturali, che cercano di affacciarsi e di contribuire alla vita della nostra città.

Pisa, infatti, contiene in sé una grande ricchezza. Da essa occorre ripartire: mentre il “centro-sinistra” pisano ha deciso di buttarsi alle spalle l’attenzione verso gli ultimi, la cura dei beni comuni e del territorio e la centralità del benessere collettivo, un altro mondo fatto di persone di ogni età e di libere associazioni ha continuato a crescere. Ogni giorno questo mondo sceglie di agire in favore di chi si trova in difficoltà, avanza progetti nuovi, sperimenta alternative concrete e sogna un futuro diverso e migliore. Siamo in tanti a farne parte.

Una città democratica e partecipata, accogliente e includente, laica e giusta, sostenibile e generosa, culturalmente aperta e creativa, che non lasci svuotare di senso le istituzioni democratiche. Una Pisa dove a decidere non siano le clientele e i grandi interessi immobiliari, ma i quartieri, le comunità e chi ci vive davvero. Guardiamo al futuro, assumendo come prospettiva privilegiata quella di coloro che più sono a rischio di esclusione sociale (migranti, bambini, precari, disoccupati, sfrattati, cassaintegrati, studenti e anziani), per trasformare la città in un luogo di incontro tra culture diverse, per offrire quelle risposte alla crisi che l’Amministrazione Filippeschi non ha saputo o voluto dare.

Pisa deve porre la cooperazione, la solidarietà, la democrazia dal basso e un rinnovato welfare municipale come principi fondanti di un nuovo “comune”. Per creare questo è necessario il contributo di ciascuno. La tutela del diritto alla cittadinanza e la difesa della giustizia sociale, una battaglia per i beni comuni che riparta dall’applicazione dei risultati del referendum sull’acqua pubblica e si estenda a scuole, università e biblioteche, la lotta al consumo del territorio, ai grandi interessi immobiliari e finanziari, agli intrecci distorti fra macchina comunale e aziende partecipate, l’opposizione alla mercificazione dell’ambiente, la promozione di una cultura della pace, non sono solo slogan. Sono la realtà del nostro agire. È questa pratica quotidiana che vogliamo portare all’interno della campagna elettorale e del Consiglio comunale.

Un’incursione che potrà sembrare eretica, ma si fonda sui pilastri della democrazia, della partecipazione e della trasparenza, e intende dar vita a un’intelligenza multipla e creativa, nettamente e concretamente alternativa all’attuale Amministrazione comunale, che ha prodotto troppe periferie sole e inascoltate.

È possibile oggi, a Pisa, voltare pagina rispetto al passato anche attraverso l’appuntamento elettorale? A questa domanda possiamo rispondere solo in forma collettiva, mettendoci in gioco tutte e tutti, senza certezze e paracaduti, ma forti della nostra libertà, della nostra indipendenza e soprattutto della nostra diversità rispetto a chi oggi gestisce la città.

Con quello che abbiamo fatto in questi anni e con le nostre firme, vi invitiamo all’assemblea  per costruire un soggetto plurale che partecipi alle prossime elezioni amministrative di maggio per cambiare in “comune”.

Venerdì 22 marzo, dalle 18.00 alle 23.00,  presso la Limonaia, Vicolo dei Ruschi  4, Pisa

———————————-

Qui trovate l’appello con tutti firmatari e il programma della giornata