Anche a Pisa La Scuola va alla Guerra

La presentazione del libro “La scuola va alla guerra” con l’autore Antonio Mazzeo.

Un contributo alle campagne nazionali che puntano al disarmo e alla smilitarizzazione dell’istruzione a sostegno della pace, delle libertà di espressione e insegnamento, della scuola pubblica e dei valori fondamentali di uguaglianza formale e sostanziale e di giustizia sociale.

Promuovono l’iniziativa

– Osservatorio contro la militarizzazione delle Scuole e delle Università
– Movimento No Base né a Coltano né altrove
– Una città in comune

La Scuola va alla Guerra

Inchiesta sulla militarizzazione dell’Istruzione in Italia

Il Libro inchiesta di Antonio Mazzeo risponde ad un interrogativo ben preciso “Dove va la Scuola? ” e la risposta inquietante, documentata con particolari minuziosi e circostanziati sulla commistione tra apparato militare e industria bellica, è che il sistema educativo oggi spinge in maniera preoccupante verso la penetrazione nella scuola della cultura di una guerra ibrida, permanente e globale.
L’estensione e la complessità degli argomenti trattati dagli educatori in divisa richiede una approfondita riflessione su cosa possiamo e dobbiamo fare come genitori, insegnanti e cittadini per arginare questo fenomeno. In particolare, riteniamo che le istituzioni dovrebbero essere parte integrante di una comunità educante, e che la responsabilità sulla formazione dei cittadini del domani educati alla pace e al rispetto dei diritti ricada su tutti e tutte. Crediamo che anche il Comune di Pisa possa avere un ruolo positivo nell’educazione alla pace, e se guardiamo agli ultimi anni osserviamo che tutta una serie di scelte fatte dall’Amministrazione Comunale possano essere ripensate e messe in discussione. Da anni denunciamo la cronica mancanza di spazi associativi sul territorio comunale, eppure abbiamo visto concedere gli spazi delle palestre delle scuole medie per la Ginnastica Dinamica Militare senza alcuna discussione. Ci chiediamo perché la Giunta Conti metta a disposizione i pulmini per portare intere scolaresche all’aeroporto militare durante i festeggiamenti del centenario dell’Aeronautica, ma lo stesso servizio non venga offerto per agevolare la partecipazione alla celebrazione dei cento anni del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che pur dovrebbe essere un’eccellenza del Territorio. Come mai le storiche mura cittadine sono aperte e gratuite per le scuole solo una volta l’anno, durante la “giornata della solidarietà”, e chiuse o a pagamento per il resto dell’anno? Quali investimenti vengono fatti sull’educazione quando si rinuncia ai fondi per promuovere il contrasto alla violenza di genere o si chiudono servizi essenziali come le ludoteche comunali?
La città di Pisa ha visto negli anni una forte mobilitazione contro la prassi di portare i bambini nelle caserme ottenendo dei risultati, ma questa prassi oggi permane, in una rituale parata militare con tanto di spettacolare lancio dei Paracadutisti su un ponte di mezzo gremito di grembiuli della scuola primaria. Pisa è un caso paradigmatico, ma non isolato nel panorama Italiano, che si inserisce in una più generale strategia di normalizzazione della guerra e di generazione del consenso sull’economia di guerra, a partire anche dalla supina accettazione delle Istituzioni locali di nuove infrastrutture militari sul territorio. Per cui è necessario conoscere e approfondire il fenomeno della militarizzazione degli ambiti formativi per dotarsi di una coscienza comune ed elaborare antidoti collettivi contro l’insistente propaganda bellicista e securitaria. A partire anche dagli strumenti messi a disposizione dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, che organizza la presentazione del Libro “La scuola va alla Guerra”, al quale invitiamo tutti e tutte a partecipare Giovedì 21 marzo dalle 18 al circolo Arci Alberone per continuare una discussione pubblica e collettiva.