Appalto refezione scolastica: proposte per un’alimentazione di qualità

Recentemente sono usciti alcuni articoli sulle mense scolastiche, e si è posto così un dibattito su come vanno alimentati i bambini a scuola. Dibattito che si inserisce nel solco di un bando di gara che dovrebbe partire a breve per l’appalto sulla refezione scolastica. Valore in gioco: alcuni milioni di euro.
Le uscite sui giornali sono utilissime per capire cosa succede ma occorre anche che la città superi il dibattito sulla carta per provare a fare delle scelte di qualità. Alimentare correttamente i bambini è uno dei modi per costruire un futuro migliore: per la salute delle cittadine e dei cittadini che crescono, per far capire attraverso il mangiare sano quanto siano importanti il rispetto per l’ambiente e la necessità di consumare quello che serve nelle quantità che servono, senza sprechi. Per far conoscere il territorio in cui si vive con le sue caratteristiche anche grazie al cibo a filiera corta e biologico, nel rispetto della stagionalità della produzione degli alimenti.
Abbiamo chiesto da oltre un mese di discutere l’argomento in terza commissione consiliare, ma ancora non c’è stato un riscontro chiaro e positivo.
Contemporaneamente abbiamo sviluppato una proposta di atto di indirizzo che individua i criteri su cui informare il nuovo capitolato d’appalto. E’ stata costruita insieme a genitori, ed è sottoscritta da una cinquantina di primi firmatari. Così si esce, secondo noi, dalla logica delle polemiche e dal dare sfogo a istinti aggressivi: un’istituzione non dovrebbe mai dare spazio a questo, mentre dovrebbe lavorare attivamente per superare i conflitti e garantire i diritti.
Ma quali sono i criteri contenuti nella nostra proposta? Eccoli:
•rispetto delle linee guida di Regione Toscana, delle indicazioni dell’OMS e delle indicazioni risultanti dagli studi AIRC sul rapporto tra alimentazione e sviluppo dei tumori;
•applicazione del collegato ambientale della legge di stabilità sul Green Public Procurement;
•estensione a tutte le scuole del regime attualmente vigente nei nidi (es. biologico 100%);
•impiego di alimenti semplici, non precotti, freschi, di stagione, privi di OGM e additivi;
•equilibrio nutrizionale dei pasti;
•impiego privilegiato di prodotti e varietà alimentari locali per una filiera più corta possibile;
•predilezione di produttori locali a parità di prodotto certificato biologico;
•variabilità delle ricette per spezzare la monotonia e garantire l’accettazione degli alimenti;
•merende con frutta fresca di stagione;
•uso prioritario di acqua dell’acquedotto pubblico per far bere;
•diminuzione degli imballaggi e differenziazione dei rifiuti;
•valutazione degli scarti per valutare la correttezza dei menu e dotazione di bilance per in tutte le scuole per i controlli (come indicato al punto successivo);
•controllo periodico qualificato, indipendente, pubblico e trasparente su tutte le caratteristiche presenti nel capitolato d’appalto;
•garanzia di adeguate condizioni di lavoro: le lavoratrici e i lavoratori impiegati per la refezione dovranno essere in misura sufficiente a garantire condizioni lavorative che non comportino affaticamenti eccessivi;
•eliminazione dei prodotti di pasticceria, insaccati, salumi, surgelati, bastoncini di pesce impanati, tortellini e tutte le paste ripiene industriali. Eventuali eccezioni devono essere coordinate con la giunta della commissione mensa.
Di questo vorremmo discutere costruttivamente, e naturalmente prima che il bando di gara venga licenziato dall’amministrazione. E’ possibile?

 

 

Una città in comune – PRC

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