Auletta, il filosofo antimilitarista al fianco degli umili

Il Tirreno Pisa, pagina IX
Auletta, il filosofo antimilitarista ai fianco degli umili.
Il suo impegno perla pace gli costò un’indagine per spionaggio, ma l’inchiesta finì in una bolla di sapone
di Carlo Venturini
Filosofo e barricadero. Da Catania a Pisa passando per Cambridge. Un grande impegno per la pace che gli costò un’indagine per spionaggio militare, finita poi in una bolla di sapone. Per tutti e per tutte, lui è Ciccio, al secolo Francesco Auletta, 38 anni, laureato in Filosofia con tesi su Storia del pensiero economico di Piero Sraffa. È il can di dato sindaco perla lista “Una città in comune” ed è sostenuto anche da Rifondazione. È stato contrattista alla Normale e poi per 8 anni ha assaggiato il morso della precarietà all’Università. È giornalista-pubblicista. Ed è stato il fondatore del sito web Pisanotizie. Vuole governare la città assieme ad una co-sindaca: Paola Bigongiari.
I nomi della giunta li ha già perché «non c’è nulla da spartire, nessun favore da fare o da restituire, si fa tutto in base alle competenze». Auletta viene dai movimenti che definisce «più ricchi e stimolanti» dei partiti, «ma siamo di sinistra e con il MSStelle che chiude sullo ius soli, non abbiamo nulla a che spartire». Le sue radici di attivismo ed impegno civico in Sicilia come a Pisa lo hanno visto animatore nel 2003 di una stagione di antimilitarismo militante. Era il tempo della seconda guerra del Golfo e da Pisa e Livorno partivano i carichi di armi verso l’Iraq. Nasce con Auletta il movimento Trainstopping. Le stazioni, il canale dei Navicelli, le raffinerie di Stagno, l’Aurelia, di giorno e di notte, venivano occupate al passaggio dei convogli militari. Nel marzo del 2003, scavalcate le recinzioni, i disobbedienti entrarono nell’aeroporto militare della 46esima Brigata. Occuparono una piazzola con la bandiera della pace attaccata ad un aereo G-222. Da qui l’indagine per spionaggio militare. «Rifarei tutto. E tutto è stato fatto con la consapevolezza dei rischi civili e penali». Con quel movimento, si inaugurarono le stagioni delle salite clandestine alla Torre di Pisa. Striscioni e bandiere della pace sventolavano nelle foto dei turisti e della Digos. E poi la stagione di Rebeldìa: un pool di associazioni occuparono per alcuni anni lo spazio di via Cesare Battisti, annidi fortissime tensioni con l’amministrazione comunale e con Pisamo. Ma l’esperienza che più lo ha formato è stata Pisanotizie: «Ho conosciuto la città veramente dal basso verso l’alto, in tutti i suoi gangli di potere; Pisanotizie fu un carotaggio della città». Auletta viene dai movimenti ed è di sinistra: «E ciò vuol dire lavoro, diritti civili, trasparenza nella gestione della cosa pubblica, case e soprattutto riconoscere che Pisa è tutt’altro che una città felice». I grandi economisti, Marx in testa, li ha studiati e assimilati all’Università e al Trinity College di Cambridge. E poi in Normale con il prof. Marcello De Cecco. Per la sua campagna a sindaco ha speso 500 euro: 30 investiti per il gommone con cui è approdato allo Scalo dei Renaioli, portando con sé, «il suo pezzo da 90», tale Josef Tewelde nato a Roma da genitori eritrei, senza diritto di voto. Auletta non è mai entrato a far parte di nessun partito ma è di sinistra. Eppure partiti di sinistra, a Pisa, ce ne sono. «Con Sel e con il Pdci non abbiamo fatto percorsi comuni. Vengo dai movimenti che testimoniano una voglia di rappresentanza diversa da quella partitica. Con Rifondazione comunista abbiamo fatto un percorso parallelo, andiamo verso una direzione comune, ma rimaniamo ben distinti anche se il programma di mandato è unico».

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