Bancarelle, torna la tensione

NAZIONE PISA, pagina 1
Oggi gli esposti. L’Opera: «Se difendere monumenti e reato, andremo in galera»
SEMPRE tesa è l’aria in piazza dei Miracoli. Lo sgombero delle bancarelle è proseguito nel weekend e gli operatori non si sono mai allontanati dalla piazza, sfidando il temporale di venerdì e incorrendo anche nella derisione di alcuni passanti. Oggi il loro avvocato presenterà un esposto in Procura (farà così anche l’Opera della Primaziale). Restano da rimuovere 15 banchi. «Ieri, durante le operazioni una finestra del muro del Museo delle Sinopie sarebbe stata danneggiata una finestra». Così gli ambulanti denunciano l’episodio alla Soprintendenza e intanto studiano alternative al progetto di piazza Manin. Vogliono accelerare i tempi. Sono passati 24 giorni da quando hanno smesso di lavorare e quattro famiglie sono già in forte difficoltà. Già aperto un fondo di solidarietà.

L’OPERA della Primaziale risponde alle accuse degli operatori delle bancarelle. Gianluca De Felice, segretario generale dell’Opa. è perentorio: «Ci accusano di non essere andati a controllare lo stato delle Sinopie dopo la pioggia. Non ci andiamo perché hanno minacciato noi e le nostre famiglie. Abbiamo le prove e presentiamo un esposto in Procura a tutela dei dipendenti». De Felice va avanti: «Ci accusano di voler fare operazioni commerciali con scritte del tipo: `Opa: prossima apertura centro commerciale’. Sono follie e illazioni. L’Opera è un ente no profit che non fa commercio e destina tutti i suoi proventi per conservare e gestire il complesso monumentale della piazza. I bilanci sono controllati dalla Prefettura. E le acquisizioni immobiliari fatte, come l’ex albergo Gronchi, mirano solo ad ampliare gli spazi espositivi. Non abbiamo mai speculato». «Gli operatori hanno scritto al presidente Letta. Ne hanno tutto il diritto – dice il segretario dell’Opa -, ma almeno dicano la verità. Dire che lo sgombero è finalizzato al restauro di `un muro’ è inaccettabile. Non stiamo parlando di un muro qualunque, ma di un muro del 1200 progettato dallo stesso architetto del Camposanto Monumentale». E ancora: «Mi stupisco che abbiano denunciato alla Soprintendenza la scalfitura dell’arco di Porta Nuova, quando per anni l’immobile del Museo è stato aggredito dall’acqua piovana che scolava dai tetti delle attività commerciali». «Nessuno discute il diritto degli operatori delle bancarelle a lavorare – precisa De Felice -. I mercati non devono morire. In questa ottica, Comune e Ospedale hanno accolto le loro richieste per l’Umil». E sull’esposto in Procura presentato oggi dai bancarellai, De Felice è sereno: «Non ne conosco i termini, ma non vedo reati da parte nostra. Se, poi, difendere un patrimonio monumentale e collettivo è un reato, allora è bene che finiamo in galera».

Eleonora Mancini

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