Cittadella Aeroportuale: ci risiamo. La politica pubblica per la speculazione privata

Si avvicina il mese di Agosto e, mentre il caldo compromette l’attenzione e la vigilanza, riparte la campagna mediatica per convincere i pisani (e in particolare gli abitanti del quartiere San Giusto) ad accettare l’ennesimo consumo di suolo per fini speculativi. Beneficiaria dell’operazione è in questo caso la Società Aeroporti Toscani, proprietaria dell’area su cui dovrà sorgere la fantomatica Cittadella Aeroportuale.

Alla base del progetto il solito obbiettivo che da anni costituisce il motore della maggior parte degli investimenti di denaro pubblico del Comune: inventare un’opportunità di business per i poteri forti della città, laddove il vero fine del denaro proveniente dai contribuenti dovrebbe essere il benessere dei cittadini e il miglioramento della qualità della vita nel sistema urbano.

Lo studio pagato 20.000 euro dal Comune (soldi che dovrebbero essere rimborsati dalla Regione) mette però in dubbio la sostenibilità dell’operazione. A parere dei consulenti, se si guarda all’attuale assetto della città, non si riscontra alcun elemento che testimoni la caratterizzazione di Pisa come città congressuale e “in mancanza di una specifica focalizzazione della destinazione sulla funzione congressuale un nuovo contenitore potrebbe risultare addirittura inutile”. Inoltre il costo dell’operazione è tale che per essere giustificato le strutture dovrebbero avere una fruizione quotidiana e non solo in occasione di eventi particolari.

In altre parole la domanda di sedi per congressi e meeting attualmente esistente non giustifica la costruzione di un’altra area dedicata.

Ci chiediamo allora perché, visto lo stato di degrado del patrimonio culturale della città, le cifre ingenti che il Comune dispone non debbano essere destinate a potenziare tale settore, che è quello storicamente caratterizzante la città di Pisa (per non parlare dell’altra grande area bisognosa di intervento, quella delle politiche sociali).

Siamo sicuri poi che le necessità sia dell’Università sia degli operatori economici coincidano con la costruzione di una mega struttura lontana dai flussi commerciali?

Siamo sicuri che tale struttura non vada piuttosto a distruggere il fragile equilibrio della sostenibilità della vita nel quartiere San Giusto, già gravato dalla presenza dell’aeroporto? Senza dimenticare che è in via di approvazione una variante che prevede un aumento del carico urbanistico nelle aree ferroviarie, anch’esso gravante sul quartiere.

Ma quest’Amministrazione è un disco rotto: trova soldi solo per nuovo cemento e nuovo consumo di suolo, motori dell’economia cittadina. Cosa ci guadagnano davvero i cittadini pisani da queste scelte politiche? Noi crediamo che ci perdano, e che a dimostrarlo ci siano già tante altre operazioni che svuotano le casse del Comune e che dovranno essere pagate dai contribuenti. Noi vogliamo una vera riqualificazione del quartiere, non speculazioni mascherate da valorizzazioni.
Una città in comune

Rifondazione Comunista Pisa

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