Ctt Nord-sindacati, è scontro su tutto

TIRRENO PISA, pagina VI (di Danilo Renzullo)
L’azienda: taglio dei costi indispensabile per fare la gara. Filt-Cgil: i problemi nascono dall’incapacità degli amministratori
E’ ancora scontro tra la Ctt Nord e i sindacati. L’azienda di trasporto pubblico individua nel taglio dei costi del lavoro la priorità per raggiungere gli standard imposti dalla gara per l’individuazione del gestore unico regionale. I sindacati invece puntano il dito contro «l’incapacità manageriale di alcuni dirigenti» come causa delle difficoltà dell’ azienda. Ascoltati in seconda commissione controllo e garanzia, il presidente della Ctt Nord Alfredo Fontana, il vicepresidente Mario Silvi e l’amministratore delegato Alberto Banci confermano le difficoltà economiche della Compagnia che presenta un debito in bilancio di circa 5 milioni di euro: condizione speculare alla situazione nazionale delle aziende di trasporto pubblico. «In Italia il servizio sta collassando e la Toscana non fa eccezione – dice Banci -. Il nostro obiettivo è fornire un servizio migliore a costi sostenibili e per farlo abbiamo intrapreso un percorso di semplificazione della struttura aziendale e di abbattimento dei costi della parte improduttiva. Dal 2011, però, sono intervenuti pesanti tagli a cui va aggiunto il blocco delle tariffe, il blocco dei finanziamenti per l’acquisto degli autobus e i soldi, circa 6 milioni di euro, da avere dagli enti locali». In questo quadro si inserisce la gara che la Regione, probabilmente, bandirà entro la fine dell’anno. «La Regione – aggiunge Banci peri primi due anni non stanzieràpiù soldi di quelli attuali e, dal terzo arino finanzierà meno: le aziende, quindi, devono iniziare a razionalizzare i costi». Secondo i vertici della Ctt Nord, è necessario intervenire sul costo del personale, «che rappresenta circa il 60% del bilancio, per arrivare ad un costo in linea con gli standard richiesti dalla Regione». Da questa esigenza è scaturita la proposta di “armonizzazione dei contratti integrativi”, la cui trattativa con i sindacati si è conclusa con un mancato accordo. «Abbiamo proposto di riconoscere le indennità storiche a chi garantisce determinati standard e di colpire chi non è presente al lavoro – continua Banci -: circa il 30% dei lavoratori è ampiamente al di sotto dei 250 giorni lavorati all’anno (la Regione ne chiede 260) con effetti economici pesantissimi». La proposta (bocciata) secondo i sindacati mette in discussione diritti come gli infortuni sul lavoro, la maternità e la mutua. Dal l’ottobre l’azienda ha applicato il contratto in vigore alla ex Clap di Lucca con una decurtazione dello stipendio di circa 250 euro mensili per i lavoratori ex Cpt. «È semplicistico e demagogico accusare che la pesantezza del debito sia dovuta al costo del personale risponde la Filt-Cgil – Da tempo denunciamo che la situazione è data dall’incapacità manageriale di certi dirigenti e da scelte deficitarie che gravano sui costi aziendali. È facile colpire i lavoratori accusandoli di assenteismo e proporre una riduzione di stipendio, ma gli stipendi dei dirigenti (circa un milione di euro annui) non si toccano: i sacrifici li devono fare solo i dipendenti che hanno già stipendi bassi. Non abbiamo mai sentito parlare di recuperi basati sulla razionalizzazione dei servizi, sulla diminuzione dei costi dei pezzi di ricambio servendosi da fornitori che attuano sconti più elevati, o di agire in maniera precisa per colpire l’abusivismo tariffario. L’unica proposta dell’ azienda è di colpire i lavoratori, che sono l’ultimo anello della catena degli sprechi di cui i dipendenti non ne fanno assolutamente parte, visto quanto guadagnano».

Petrucci: «Usare meglio gli immobili» Fratelli d’Italia si rivolge alla Regione
«La ricetta proposta dalla Ctt Nord prevede una sola voce da comprimere: il costo dei lavoro. E questo conferma tutte le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali».
Secondo Ciccio Auletta, capogruppo di Una città in comune-Rifondazione comunista, «c’è un problema generale di finanziamenti al trasporto pubblico locale, ma non si può pensare di diventare competitivi sulle spalle di lavoratori e utenti».
Sull’altro fronte dello schieramento di opposizione, secondo Diego Petrucci, capogruppo di Noi Adesso Pisa e presidente della seconda commissione controllo e garanzia, «è necessario intervenire affinché l’azienda possa restare in piedi».
«È possibile avere virtuosità gestendo in maniera migliore l’immenso patrimonio immobiliare – dice ancora Petrucci soltanto nel deposito di Ospedaletto ci sono, ad esempio, oltre 1.500 metri quadrati vuoti dove prima era la carrozzeria, e altre migliaia di metri quadrati scoperti inutilizzati. È possibile anche intervenire sui costi: per l’illuminazione di Ospedaletto vengono spesi circa 1OOmila euro all’anno».
La questione, intanto, approda anche in Regione. Filippo Redini, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia, comunica infatti che Giovanni Donzelli, capogruppo in consiglio regionale di Fratelli d’Italia, ha presentato un’interpellanza per «chiedere all’assessore regionale ai trasporti di chiarire i tempi e i modi di espletamento della gara regionale». (d.r.)

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