Educare alle differenze è un dovere costituzionale

La valorizzazione delle differenze,  la promozione del rispetto reciproco e di una cultura laica e plurale, che favorisca la crescita di persone libere e la prevenzione di fenomeni di violenza, omofobia e bullismo è una priorità che crisi e austerità non possono sottrarre alle nuove generazioni. E’ un dovere costituzionale imposto dal principio di uguaglianza e di non discriminazione.

Potenziare i percorsi di formazione del personale docente e le attività didattiche nelle scuole pubbliche che affrontano questi temi è la nostra risposta ai rigurgiti oscurantisti che recentemente abbiamo visto all’opera anche nella nostra città. Per questo oggi la nostra coalizione ha presentato in Consiglio la mozione presentata nell’incontro nazionale del 20 settembre 2014 a Roma per “Educare alle differenze”, promosso da una rete con oltre 200 organizzazioni in tutta Italia e che a Pisa si è ritrovata nelle scorse settimane.
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Ecco il testo della mozione:

 

Mozione: “Educare alle differenze”

Il Consiglio Comunale

fa propri gli obiettivi e le misure indicati all’interno della Strategia Nazionale all’art.4.1.2 e valuta positivamente i recenti progetti avviati da Roma Capitale, dal titolo “La scuola fa differenza”, dal Comune di Venezia per “Leggere senza stereotipi” e dal Comune di Siena su “Gli stereotipi di genere nei prodotti mediatici per l’infanzia”;

impegna la Giunta comunale a partire dal prossimo anno scolastico a sviluppare progettualità analoghe per supplire alle carenze formative strutturali del sistema scolastico in merito alla costruzione delle identità di genere, all’uso di un linguaggio non sessista e al contrasto alle discriminazioni, in particolare per nidi e scuole dell’infanzia.

Inoltre, il Consiglio Comunale decide

– di avviare nelle commissioni competenti un percorso di audizioni e confronto con le associazioni e i soggetti del terzo settore che agiscono in questo campo al fine di ad organizzare un Consiglio comunale aperto sul tema: “Educare alle differenze, nelle scuole comunali: criticità e prospettive”;

– di promuovere lo sviluppo di progetti rivolti alle famiglie, per riflettere sulle tematiche di genere e sul peso che esercitano i modelli culturali, le campagne o i prodotti commerciali proposti dai media, attraverso i quali vengono introiettati comportamenti, modalità relazionali, modelli estetici che influenzano la crescita già dalla fasce di età 0-6 anni;

– di promuovere ludoteche e spazi di gioco e attività di lettura liberi da stereotipi e da immagini e segnali che favoriscono la formazione di logiche discriminanti;

– di realizzare periodicamente, anche in sinergia con altri Comuni, giornate di studi e seminari, che aiutino a diffusione di buone pratiche sull’educazione alle differenze nella fascia di età 0-6 anni;

– di avviare insieme con l’università la progettazione e realizzazione di monitoraggio, ricerche e indagini qualitative e quantitative sull’educazione alle differenze e le tematiche di genere, con una particolare attenzione alla fascia 0-3 e 3-6 anni;

– di prevedere l’attivazione, all’interno delle scuole di competenza comunale, di corsi di aggiornamento professionali base e/o complementari rivolti a educatori/trici di nido e a maestri/e, per promuovere l’inserimento di un approccio di genere nella pratica educativa e didattica, sia sotto il profilo teorico che
operativo; per fornire strumenti e conoscenze in merito alla costruzione delle identità di genere, all’uso di un linguaggio non sessista e alla prevenzione delle discriminazioni di genere.

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