Ex Colorificio, via libera al sequestro

TIRRENO PISA, pagina III (di Pietro Barghigiani)
II Tribunale accoglie il ricorso della Procura e l’immobile verrà sgomberato. Beni Comuni pronti a difendere l’occupazione
Quello che poteva accadere, ma che speravano non succedesse, si è avverato: il Tribunale ha accolto il ricorso della Procura della Repubblica disponendo il sequestro preventivo dell’ex Colorificio Toscano di via Montelungo. La sentenza è immediatamente esecutiva e l’immobile, occupato dal 20 ottobre 2012, in qualunque momento può essere sgomberato.
II ricorso. A livello legale gli avvocati Ezio Menzione e Tiziano Checcoli «prendono atto della decisione del Tribunale, che ha ritenuto di non condividere le sollecitazioni che un ampio dibattito a livello nazionale, a partire dalla Commissione Rodotà, sta portando avanti sul tema della proprietà privata e sul suo ruolo nel nostro ordinamento costituzionale, così come delle sue ricadute sul sistema penale. A questo punto sarà la Corte di cassazione, in sede di impugnazione, a dover prendere posizione sui questi temi fondamentali. Auspichiamo comunque che l’esperienza dell’ex Colorificio possa non concludersi, anche attraverso un ripensamento da parte della proprietà».
Tweet. Era stato il proprietario del fondo, James Junghanns a diffondere in mattinata l’esito della sentenza con un tweet sintetico e diretto come è nella natura del mezzo: «Sentenza dà piena ragione a JColors Vernici e demolisce definitivamente le tesi di Rebeldia Pisa». Secondo tweet ironico: «Qualcuno sta avendo una bruttissima giornata». La diffusione virale della notizia ha raggiunto militanti e simpatizzanti dell’esperienza del Municipio dei Beni Comuni.
Il movimento in piazza. Ieri pomeriggio in piazza XX Settembre i sostenitori dell’occupazione hanno organizzato un presidio per contestare la decisione del Tribunale e annunciare che non si arrenderanno.
Stasera alle 21 negli spazi dell’ex Colorificio ci sarà un’assemblea durante la quale verranno discusse le forme di protesta per opporsi allo sgombero. Mentre sabato alle 19 ci sarà una Street Parade in centro.
Davanti a Palazzo Gambacorti sono state mosse anche critiche al ruolo dell’amministrazione: «Il sindaco Filippeschi e l’assessore Danti si sono mostrati silenti. Neanche una visita. Un comportamento che avvilisce molto». La copertura non solo ideologica, ma anche giuridica, dell’ex presidente della Corte Costituzione Paolo Maddalena e del giurista, Stefano Rodotà non è servita a far prevalere il concetto di proprietà sociale in luogo di quella privata e a fini speculativi secondo l’accusa del Municipio dei Beni Comuni. La loro tesi è che «la proprietà privata non ha poteri illimitati e deve esercitare una funzione sociale, altrimenti non può e non deve essere difesa».
La destinazione. A luglio la proprietà ha chiesto al Comune una variante urbanistica per trasformare le volumetrie da industriali a residenziali. Il sindaco ha detto no. «Si è preferito restituire all’abbandono e al degrado un luogo a cui il lavoro di tante persone aveva dato nuova vita- dicono i sostenitori dell’occupazione -. Si è preferito ridare il giocattolo rotto a un’azienda che ha dimostrato in tutti i modi di non sapere che farsene, invece di lasciare che con quei pezzi la città di Pisa costruisse qualcosa di nuovo. Si è preferito interpretare le leggi dando voce agli sterili interessi della proprietà privata anziché rispondere al dettato costituzionale e al bene comune. A nulla sono valsi in sede processuale gli appelli di Paolo Maddalena e Stefano Rodotà. A nulla le cinquemila firme in difesa dell’ex Colorificio».
Il sequestro. Ciccio Auletta, consigliere comunale di Una Città in Comune e Rc: «Se ci sarà il sequestro che ci sia anche con le nostre attività. Invitiamo gruppi e associazioni a proporre altre iniziative. E un posto che rimarrà abbandonato a lungo. La proprietà ha lasciato tanti rifiuti nei locali. Glieli metteremo in strada, che vengano a riprenderseli. L’ex Colorificio è un bene diventato comune. Quando arriverà il giorno del sequestro dovremo essere in tanti a opporci».
Appello al Comune. La lotta è destinata ad alzare il tiro con la speranza «che sia l’amministrazione a intervenire nell’interesse della collettività. Se mai volesse occuparsi della città, questo è il momento di farlo. L’ex Colorificio comunque non si arrende. La città di Pisa non si arrende». La proprietà viene accusata di aver sfruttato e poi abbandonato l’immobile. «Se non fosse stato per i cittadini e le cittadine che hanno sacrificato il loro tempo e le loro energie per riempire l’ex Colorificio di mille attività aperte a tutta la cittadinanza, questo destino sarebbe continuato. Oggi ha vinto la proprietà privata peggiore. Ma alla lunga la battaglia la vinceremo noi». L’avviso finale: «Questo è solo l’inizio».

Cobas:«Sentenza politica contro gli Spazi Sociali»
«Poco importano i riconoscimenti del Consiglio d’Europa e i dettami della Costituzione che prevedono la possibilità di requisire spazi per favorire un loro utilizzo a fini pubblici e sociali. La sentenza é politica perché esperienze come quelle del Municipio vanno stroncate sul nascere». Lo afffernaano i Cohas che aggiungono; «Che l’amministrazione abbia responsabilità é indubbio visto lasua politica subalterna al grandi interessi immobiliari, ma responsabilità hanno anche i magistrati che hanno scelto di restituire questi spazi al degrado».

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