I bisogni dei bambini ripartiamo da qui

TIRRENO PISA, pagina XIII
L’INTERVENTO di Maria Rosaria Lacatena
Qualche giorno fa la stampa ha messo in evidenza il grossolano pastrocchio amministrativo che ha imposto – da parte dei , ~ne di Pisa – il ritiro del bando che era destinato a finanziare i servizi per l’educazione non formale dell’infanzia.
Io penso che questo non possa essere l’unico, grottesco aspetto su cui fermarsi a riflettere. Il 20 novembre per chi lavora coti l’infanzia è una data importante.
Quest’anno si festeggia il ventiquattresimo compleanno della Convenzione dei Diritti del Fanciullo, per ribadire a tutto il mondo che i bambini e le bambine sono soggetti politici, portatori di diritti e per questo motivo il loro interesse superiore deve orientare tutte le scelte di politica locale e nazionale.
Il Comune di Pisa ha sempre festeggiato questo appuntamento importante, assieme alle associazioni, promuovendo il diritto al gioco e alla partecipazione dei bambini e delle bambine.
Quest’anno mi chiedo: cosa c’è da festeggiare?
Il fatto che nel bando, imposto dagli uffici, si pretendano modelli di servizi educativi obsoleti? Il fatto che si richiedano meri interventi di doposcuola per sopperire al decadimento della scuola pubblica?
Cosa ne è dell’insegnamento di gente del calibro di Renzo Maffei, che ci ha fatto crescere insegnandoci sul campo cosa vuol dire far partecipare i ragazzi, renderli protagonisti delle proprie scelte e metter su progetti innovativi a cui l’Italia intera ha guardato?
Eppure bastava recuperare la nostra storia.
Chiedo: esiste ancora un Tavolo Ludoteche?
Perché non progettare insieme i servizi, partendo dai reali bisogni dei nostri bambini e delle nostre bambine?
In questo modo si sarebbero evitati errori così palesi, si sarebbe evitato una scelta amministrativa così sorda ed autoritaria, si sarebbe valorizzata l’esperienza di chi sa lavorare con l’infanzia, e lo fa da anni con una grande passione e competenza.
E’ questa la messa in pratica della nuova idea di partecipazione che ha in mente l’amministrazione comunale? E questa la “Pisa che partecipa”, come scrive l’assessore Dario Danti?

Una città in comune

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