IL MOVIMENTO STUDENTESCO È DA SOSTENERE, NON DA REPRIMERE!

In questi giorni nella nostra città si stanno nuovamente mobilitando gli studenti e le studentesse delle scuole superiori: il motivo della protesta sono i disagi per la mancanza di aule e spazi adeguati a svolgere lezioni e attività laboratoriali, che si aggiungono alla non risolta emergenza pandemica.
Nell’ultimo anno e mezzo, gli atavici problemi di carenze delle strutture scolastiche (sia di competenza della Provincia, le superiori, che del Comune, le medie e le primarie) si sono abbattuti su studenti e insegnanti: le regole di distanziamento hanno aggravato tali problemi e le promesse da parte dei governi succedutisi (Conte 2 e Draghi), come quelle del Presidente Angori e del Sindaco Conti, sono rimaste lettera morta. Non ci sono state assunzioni, né investimenti nell’edilizia scolastica, le classi pollaio sono rimaste tali, il trasporto pubblico continua ad essere inadeguato, le scuole hanno riaperto come se nulla fosse, ma i problemi sono esplosi definitivamente. Solo le mobilitazioni di inizio anno scolastico di docenti, studenti e genitori hanno smosso dal torpore le Amministrazioni, che però non hanno ancora risposto ai bisogni emersi con clamore in città.
Di fronte a questa inerzia e alle responsabilità della politica, gli studenti hanno proseguito la loro mobilitazione, con l’occupazione del “Dini” (in cui sono confluiti i diritti negati al riconoscimento dell’identità di genere), la manifestazione del “Buonarroti”, i tentativi di occupazione al “Galilei” e al “Pacinotti”: il nervosismo delle forze dell’ordine in città si è subito palesato dalla protesta degli studenti e delle studentesse del “Dini”, ma è rimasto nei limiti di un controllo della situazione. È con i tentativi di occupazioni successive che si è palesato il gravissimo slittamento verso un clima repressivo, peraltro delegato ad un’agenzia privata di sicurezza, le Guardie di Città, chiamate a svolgere illegittimamente un’azione, peraltro inaccettabile, di ordine pubblico.
Già pensare di intervenire di forza in una occupazione studentesca è un’idea malsana, che non farà altro che inasprire gli animi ed esasperare le tensioni, ma addirittura affidare a privati un intervento così invasivo in uno spazio pubblico e sensibile come delle scuole significa aver perduto il senso dell’equilibrio e della corretta capacità di mediazione. L’intervento della Dirigente del Liceo Classico col supporto delle guardie private è un segnale di irresponsabilità da condannare: che sia stata possibile una tale azione evidenzia inoltre una gestione dell’ordine pubblico che sta perdendo le coordinate della misura.
In questo frangente anche le istituzioni e le forze politiche hanno il dovere di stigmatizzare scelte sbagliate che alimentano la tensione nella città. Auspichiamo che si ripristini un clima di ascolto delle istanze e delle rivendicazioni più che legittime e giuste degli studenti e studentesse delle scuole superiori, fermando sul nascere ogni forma di pulsione repressiva che porterebbe al disastro.

Diritti in Comune (Una città in Comune, Rifondazione Comunista, Pisa Possibile)

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