Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà

Ieri pomeriggio, all’interno della festa Riva Mancina, si è tenuto un interessante e partecipato dibattito alla presenza dei Professori Adriano Prosperi e Tomaso Montanari sul tema Il patrimonio culturale e la democrazia che verrà.

 

Prosperi ha aperto la discussione sottolineando l’importanza di restituire al patrimonio culturale la sua vera funzione, quella poi stabilita anche dalla Costituzione: il patrimonio storico e artistico appartiene a tutti e tutti ne devono fruire, deve essere uno strumento per “costruire” e non un mezzo per “mercificare”.  Anche Montanari ha ribadito questo concetto evidenziando che il patrimonio culturale di cui fanno parte il paesaggio, le opere d’arte, le biblioteche, i siti archeologici, è ciò che ci lega al nostro passato e che ci deve permettere di costruire il nostro futuro. Per questo si è scagliato contro coloro che pretendono di ritenerlo il “petrolio d’Italia”, una sorta di magazzino con oggetti preziosi da affittare o svendere, cosa, purtroppo molto frequente in questo periodo, a livello nazionale e locale.

 

Il dibattito è stato anche l’occasione per presentare il Libro Bianco sui beni culturali pisani, curato dal Gruppo Cultura di Una città in comune. Il Libro Bianco vuole essere un contributo sullo stato del patrimonio storico artistico cittadino che possa servire a orientarsi nelle rapide trasformazioni urbane. Sono stati considerati, oltre alle biblioteche, al sistema museale e ai monumenti, anche tutta una serie di luoghi inutilizzati o sottoutilizzati, i molti complessi in (s)vendita e una serie di sprechi attuati dalle autorità locali negli ultimi anni su cui bisognerebbe seriamente riflettere. L’intento dei curatori è quello di tenere costantemente aperto il lavoro (che è consultabile a questo link), una sorta di work in progress, un osservatorio permanente sul patrimonio cittadino che dia la possibilità a chiunque abbia voglia e interesse di partecipare all’aggiornamento e all’approfondimento.

 

Una città in comune auspica una città più vivibile e inclusiva, in cui i cittadini possano riappropriarsi dei propri spazi e dove le piazze possano tornare a essere luoghi aperti di incontro e di accoglienza.

Condividi questo articolo

Lascia un commento